Cessione del quinto: tutte le fasi

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L’iter di una pratica di cessione del quinto di stipendio (o pensione) consta di quattro principali passaggi.
Vediamoli di seguito:

Produzione e raccolta dei documenti

Trattandosi di un prestito non finalizzato il titolare dovrà presentare pochi documenti per avviare la pratica. Sarà poi l’ente ad eseguire i necessari accertamenti circa la posizione di solvibilità del titolare. L’ente dovrà infatti verificare l’effettivo esistere di un contratto di lavoro (a tempo indeterminato oppure pensione).Il fascicolo da presentare include dunque: documento d’identità, codice fiscale, tessera sanitaria.
Saranno infine richiesti i documenti attestanti il reddito. Quali?L’ultima busta paga, il modello CUD e il cedolino della pensione.
La prima fase si conclude con la proposta di un preventivo. Se questa soddisfa ambo le parti si procede con le successive fasi.

N.B. Quella descritta è la documentazione generalmente richiesta da banche e società finanziarie. Bisogna però ricordare che è facoltà di ogni ente chiedere altri documenti integrativi per avviare l’istruttoria. Per esempio qualora il richiedente sia cittadino extracomunitario l’ente chiederà copia del permesso di soggiorno.

  1. Raccolta delle informazioni necessarie
    Durante la fase di istruttoria, gli istituti raccolgono le informazioni appoggiandosi alle banche dati pubbliche. Ciò permette di stilare uno storico creditizio del cliente, così da stimare il margine rischio.
    Questo non deve preoccupare il richiedente. La cessione del quinto è infatti l’unica formula di prestito che offre credito anche in presenza di protesti.
  2. Avvio della pratica e firma congiunta delle parti.
    Conclusa la seconda fase, l’ente richiederà la delibera all’istituto erogante, con l’accettazione definitiva della pratica finanziaria.
  3. Notifica del contratto di cessione del quinto.
    Una copia del contratto firmato deve essere notificata all’ente pagatore. La consegna del plico avviene a mezzo raccomandata, oppure tramite PEC (posta certificata).
  4. Rilascio del benestare e contestuale liquidazione del saldo.
    L’atto di benestare rilasciato dal pagatore è lo step necessario per erogare il prestito.
    Grazie a questo documento l’istituto erogante ha la sicurezza che la rata è stata accettata. Si procedere dunque all’erogazione della cifra richiesta.

Le fasi sopra descritte prevedono un tempo di erogazione che può variare tra due a quattro settimane.

N.B. Per poter erogare il saldo ogni fase descritta deve essere assolta. Qualora si abbia necessità urgente di capitale non c’è da aver paura. Al momento della firma è infatti già possibile ricevere un acconto per coprire le prime spese.

Cessione del quinto e tempistiche: il caso dei lavoratori pensionati

I tempi di erogazione del prestito cambiano da ente ad ente. Solitamente bastano pochi giorni per assolvere i passaggi relativi alla produzione dei documenti. E’ invece richiesto un mese al massimo per l’intera procedura.
Nel caso dei lavoratori pensionati la questione si fa leggermente diversa.
Per loro un significativo vantaggio è rappresentato dalla convenzione INPS.
Di cosa si tratta esattamente?Con questa convenzione il pensionato beneficia di importanti snellimenti nelle tempistiche. Ciò si traduce in una grossa riduzione dei tempi di erogazione della somma.

La tabella sottostante illustra i tempi di erogazione a seconda della posizione del lavoratore e delle garanzie offerte.

Profilo del richiedente Velocità nei tempi di cessione
Lavoratore dipendente (italiano e a tempo indeterminato). Tempi rapidi (solitamente entro un paio di settimane).
Egli potrà anche richiedere un anticipo una volta ottenuto il benestare.
Lavoratore pensionato INPS Pochi giorni, grazie alla certificazione INPS.
Lavoratore dipendente extracomunitario Solitamente tempi un po’ più lunghi rispetto alla prassi comune (viene richiesta copia del permesso di soggiorno). In generale i tempi sono comunque rapidi.

Fase di istruttoria e verifica delle garanzie

La fase di istruttoria della cessione è piuttosto snella. I requisiti da soddisfare sono infatti pochi e semplici.
La cessione del quinto non richiede le classiche garanzie, a differenza di altri tipi di prestiti personali. Questo perché, data la modalità di rimborso mediante trattenute, non vi è un concreto il rischio di insolvenza.
Il caso di insoluti può verificarsi solo se il datore di lavoro non versa le rate, oppure omette di annotarle in bilancio. L’insolvenza non può assolutamente essere imputabile al dipendente/pensionato.

Veniamo alle garanzie. La busta paga e la tipologia di contratto stabile rappresentano i fondamentali per accedere a questo prestito. La banca o la società finanziaria si limitano a valutare i documenti del cliente e ad accertare le garanzie esposte. L’ente pagatore dunque non si limita a finanziare l’importo richiesto, ma assolve le verifiche della solvibilità. L’ente pagatore richiederà dunque al lavoratore/pensionato:

  • Certificato di reddito (nel caso sia un lavoratore a inoltrare la domanda).
    L’ente accerterà l’assenza di elementi pregiudizievoli alla stabilità del contratto del lavoratore. Parliamo di procedure disciplinari o dimissioni già presentate. Ovvero elementi che espongano a rischi la procedura stessa.
  • Dichiarazione di quota cedibile. Ciò nel solo caso sia un pensionato a richiedere la cessione.

E’ importante che colui che richiede un prestito sia a conoscenza dei criteri utilizzati dalle società per la concessione. In questo modo si possono ulteriormente stringere i tempi.

Polizze a tutela del pagamento

Come già analizzato, la cessione del quinto è una forma di prestito garantita. Ciò significa che sia l’istituto che il titolare sono sufficientemente tutelati davanti all’eventualità di insolvenza. Qualora questa si verifichi, non può in alcun modo essere volontaria. Essendo il debito pagato in forma di trattenuta, non c’è modo che venga interrotto il pagamento.

Può però accadere che il dipendente venga licenziato, che muoia o che l’azienda lo metta in mobilità. Qual è dunque la posizione dell’istituto erogante davanti a queste eventualità? Per cautelarsi di fronte a queste ipotesi, il finanziatore e il contraente sottoscrivono una polizza assicurativa. In questo modo l’ente tampona sia il rischio di perdita dell’impiego che il rischio vita del lavoratore.

Cessione del quinto: alcune valutazioni finali

In conclusione, questa modalità di pagamento non comporta problematiche o disagi per chi la richiede. La mole di documenti e le garanzie da presentare sono infatti davvero esigue. L’unico rischio tangibile è costituito dall’eventualità che l’azienda che versa il quinto al dipendente non fallisca. L’azienda non deve inoltre commettere errori di bilancio o mancate trattenute. Questo potrebbe tradursi in disagi futuri. Di fronte ai quali il lavoratore è chiamato a rispondere in primis.

Va però specificato che gli istituti di credito tendono a concedere questo tipo di prestito principalmente a lavoratori statali e parastatali. O ancora ad aziende private ma con una posizione solida ed un elevato numero di dipendenti.