Cessione del quinto ed eredi: cosa succede agli eredi in caso di morte?

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La cessione del quinto è una tipologia di finanziamento molto apprezzata che consente di affrontare spese improvvise o urgenti o di ottenere maggiore liquidità al momento del bisogno. Tale formula permette di cedere un quinto del proprio stipendio o della propria pensione per estinguere un debito o un prestito. Chiunque, al momento della stipula del contratto, saprà quanto andrà a ‘pagare’ ogni mese per una rata. Nessuna sorpresa, dunque. Il tasso è fisso e le rate sono leggere. Inoltre l’importo di ogni rata viene calcolato tenendo conto proprio della retribuzione mensile del lavoratore o della pensione dell’anziano.

Se abbiamo richiesto ed ottenuto un prestito di 100mila euro e percepiamo ogni mese 1.500 euro netti, la cessione del quinto prevede una rata di rimborso del finanziamento pari a 300 euro. Non può essere altrimenti. Tale rimborso sarà effettuato direttamente dall’azienda per la quale lavora il soggetto beneficiario del capitale o dall’ente che eroga la pensione. Richiedere questa forma di prestito con cessione del quinto risulta più agevole per chi è un dipendente statale. Nel caso, invece, la richiesta venga inoltrata da un dipendente di un’azienda privata, saranno diversi i controlli che saranno effettuati. C’è comunque da dire che, sia che si tratti di lavoro pubblico che privato, la cessione del quinto rappresenta un’ottima soluzione per ottenere liquidità. Ma cosa succede se il soggetto beneficiario del finanziamento muore? Come dovranno comportarsi gli eredi? Penderà su di loro questa nuova tegola? I dubbi sono tanti ed anche legittimi. Per rispondere ai vostri quesiti e saperne di più, proseguite pure la lettura di questa guida.

Chi paga in caso di morte

Chi paga la cessione del quinto in caso di decesso? Chi dovrà occuparsi delle spese del finanziamento? Sono alcuni degli interrogativi più gettonati quando si decide di stipulare questo contratto. E’ lecito domandarsi, infatti, cosa accade se il titolare di questa forma di finanziamento muore all’improvviso. Chi ha sottoscritto questa forma di prestito sa bene, però, che non peserà sulle spalle dei suoi discendenti al momento della morte. Vediamo i motivi.

Per far fronte a questa evenienza, in particolare se si è superata una certa età o se si è malati, è il caso di sottoscrivere un’assicurazione specifica.

Questa polizza assicurativa ha una doppia finalità: da un lato tutela gli interessi dell’istituto di credito che ha concesso il prestito e dall’altro anche gli eredi del soggetto beneficiario del finanziamento deceduto. Con questo tipo di assicurazione viene effettuato il pagamento di un importo che andrà poi a rappresentare, dunque, il premio assicurativo qualora il beneficiario del prestito passasse a miglior vita.

Nel momento in cui viene stipulata questa assicurazione bisogna tener conto di alcuni requisiti. Uno degli aspetti che va più considerato è quello dell’età del soggetto: maggiore è l’età, più elevato sarà il costo dell’assicurazione. Perché, vi starete chiedendo? Ci sono sicuramente più probabilità che la morte avvenga prima se si è più anziani. Altro parametro preso in considerazione quando si decide di sottoscrivere questa particolare polizza assicurativa è quella del sesso del richiedente.

Le donne sono ritenute più longeve rispetto agli uomini e dunque capaci di poter estinguere con maggiore facilità il prestito che hanno contratto.

I parametri, che sono stati fissati per la stipula di questa assicurazione, consentono anche di stabilire quale sarà la durata del finanziamento con cessione del quinto e dunque quante saranno le rate mensili.

Gli eredi

Questa polizza che verrà sottoscritta contestualmente alla cessione del quinto sarà capace di rimborsare la banca o la società finanziaria che ha erogato il prestito.

In questo caso sarà dunque avviata l’estinzione del finanziamento per decesso del debitore.

Stessa procedura se il soggetto ha sottoscritto una cessione del quinto Inps: in caso di morte improvvisa del beneficiario del capitale, funzionerà allo stesso modo di qualsiasi altra cessione del quinto. Sarà la compagnia assicurativa a rimborsare la banca o la società finanziaria mediante la polizza sottoscritta all’atto della stipula del contratto.

Tutti coloro che si chiedono se la cessione del quinto possa passare agli eredi, ora hanno una risposta ed è negativa. I discendenti non pagheranno il debito contratto dal beneficiario del finanziamento.

L’assicurazione

Passiamo ora ad approfondire proprio la questione della sottoscrizione dell’assicurazione sulla vita. Si tratta di una polizza che viene stipulata nel momento in cui si firma il contratto di cessione del quinto della pensione o dello stipendio. E’ proprio la legge ad imporre che venga stipulata tale polizza assicurativa in modo da preservare tutti i soggetti coinvolti della cessione del quinto di caso di decesso.

Il costo di questa assicurazione fa parte del prezzo che la banca o la società finanziaria erogante il prestito decide di applicare al finanziamento. Il soggetto richiedente non avrà quindi preoccupazioni in merito a tale faccenda. La polizza sulla vita sarà però fondamentale per tutelare i discendenti del defunto e allo stesso tempo l’istituto di credito che ha concesso il finanziamento. In che modo? Tale assicurazione prevede che venga pagata una somma di denaro in più che costituisce il premio assicurativo della cessione del quinto in caso di morte improvvisa. Tale costo – come illustrato in parte nel paragrafo precedente – varia in base ad una serie di fattori. I parametri più importanti sono legati all’età del beneficiario del finanziamento, all’azienda per la quale lavora e alla durata del prestito.

Gli obblighi da rispettare

La cessione del quinto è un tipo di prestito a tasso agevolato. Sia un dipendente pubblico che chi lavora nel privato può fare richiesta di questa forma di finanziamento. La restituzione della rata si verificherà direttamente sulla busta paga: è qui che verrà addebitata la cifra che bisognerà restituire. L’importo mensile potrà essere fino ad un massimo di un quinto della propria retribuzione mensile. Chi richiede questo finanziamento, dunque, sa a quali costi andrà incontro.

Il prestito con cessione del quinto ha una durata pluriennale. Solitamente presenta una durata di cinque o dieci anni. C’è anche chi sceglie un piano di ammortamento inferiore in base alle esigenze.

Se il prestito ha una durata più breve, è chiaro che i tassi di interesse saranno più elevati. Certo dall’altra parte, però, ci sarà il vantaggio di dover restituir un minor numero di rate.
La scelta della durata del finanziamento è sempre legata alle esigenze personali ed economiche del richiedente prestito.

Il prestito con cessione del quinto, naturalmente, può essere richiesto ed ottenuto anche da pensionati: la procedura non cambia in entrambi casi. Certo, la rata del rimborso viene addebitata non più sulla busta paga, ma sulla pensione. Dal momento che la pensione solitamente è più bassa dello stipendio, il prestito viene cambiato quando si passa dallo status di dipendente a quello di pensionato.

Ci sono comunque alcuni obblighi di cui tener conto al momento della richiesta di prestito con cessione del quinto. Diversi anche i parametri da prendere in considerazione. Uno dei requisiti più importanti per accedere a questa forma di finanziamento è quella di dover essere un lavoratore dipendente con contratto a tempo indeterminato o anche un ex lavoratore dipendente con pensione che supera i 589 euro netti. In questo importo non vanno considerate quelle che sono le spese di restituzione del prestito. I lavoratori indipendenti con partita Iva non possono fare richiesta di questa forma di prestito con la formula della cessione del quinto.

Altri requisiti fondamentali per ottenere questo prestito sono naturalmente la residenza in Italia e la cittadinanza italiana. Ci sono poi istituti bancari o società finanziarie che richiedono maggiori certezze sulla figura del beneficiario del capitale. Al momento della richiesta di prestito vi potrà capitare che in banca o in qualsiasi altro istituto di credito vi venga domandato se avete mai sottoscritto altri prestiti, se siete cattivi pagatori, se avete altri finanziamenti accesi in corso e simili domande. Altro requisito per ottenere questo prestito che prevede la formula di restituzione della cessione del quinto è quello di aver compiuto i diciotto anni di età. Qualora si trattasse di prestiti con cessione del quinto specifici per dipendenti Inps o ex Inpdap allora sarà necessario anche rientrare nella gestione di crediti di questi uffici, nonché possedere almeno quattro anni di contribuzione attiva.

In tutti questi casi, comunque, in caso di decesso per gli eredi non ci sarà nulla da temere. Certo è un dubbio legittimo ma la risposta è negativa: non saranno i discendenti ad affrontare le spese del prestito del soggetto beneficiario deceduto. Un’apposita assicurazione stipulata all’atto della firma del contratto tutelerà sia l’istituto di credito che i parenti della persona strappata alla vita.