Cessione del quinto volontaria

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La cessione volontaria del quinto di stipendio è una tipologia di prestito personale che differisce significativamente dal comune pignoramento in busta paga.
Essa è spesso assimilata ad una riscossione coattiva e non a tutti i torti. Nella sua declinazione volontaria, costituisce però una modalità comoda per rifondere un rapporto debito verso un ente finanziario.
Molte banche e realtà operanti nel settore stanno investendo su questa formula, proponendola come un prodotto vantaggioso e tutt’altro che oneroso.
Andiamo ad analizzare nel dettaglio questo prodotto.

Cessione volontaria del quinto: sfatiamo alcuni luoghi comuni

Come anticipato, la cessione del quinto è spesso indicata come ultima spiaggia per chi cerca un finanziamento. Si tratta invece di uno strumento assai duttile, che assicura regolarità ed affidabilità nelle scadenze.
Nessuna brutta sorpresa in busta paga, insomma.
Adottando questo strumento il titolare della busta paga accede ad un finanziamento, e si impegna a restituire la somma mediante addebito diretto sul proprio stipendio o la propria pensione.
La somma da restituire verrà defalcata con scadenze regolari, come fosse la rata di un mutuo o l’addebito di una bolletta.

I pro di questo prodotto finanziario

I prestiti concessi secondo questa formula sono generalmente più tutelanti rispetto ai prestiti personali e presentano numerosi vantaggi. Vediamo quali:

  • Il richiedente ha accesso ad importi spesso particolarmente elevati;
  • Il prestito è assicurato per legge: si ha accesso alla polizza rischio impiego e alla “polizza rischio vita“;
  • Nel caso di un lavoratore in età è possibile fa transitare la cessione del quinto sulla propria pensione;
  • Dato che il prestito non è finalizzato il richiedente non deve motivare la spesa.

Chi sono i potenziali richiedenti?

La cessione volontaria del quinto rappresenta dunque un prodotto finanziario molto interessante e duttile. Ma da chi può essere adottato?
In generale la cessione volontaria è indirizzata a profili aventi una situazione economica e lavorativa innanzitutto solida; in particolare:

  1. Coloro che hanno pignoramenti in corso e non vogliono dunque richiedere altri prestiti personali classici;
  2. Per il dipendente titolare di stipendio o il pensionato che necessitano di liquidità immediata;
  3. Per i cattivi pagatori, ovvero coloro che necessitano di capitale ma non vantano buone credenziali verso enti e banche.

Pignoramenti e cessione su base volontaria

Facciamo innanzitutto un importante distinguo.
Il “pignoramento presso terzi“, o pignoramento del quinto è una somma prelevata in maniera coattiva dalla busta paga. Esso viene applicato a fronte di una situazione debitoria non sanabile nell’immediato.
La cessione su base volontaria è invece la richiesta spontanea di un finanziamento da parte di un dipendente o un pensionato. Questi può essere un privato, statale o parastatale, pubblico che richiede capitale per finanziare un acquisto o un progetto.

Cessione volontaria: alcune indicazioni utili al datore di lavoro

Alla luce di quanto analizzato riteniamo importante fornire alcuni chiarimenti per i datori di lavoro e le aziende:

  1. Qualora il medesimo credito sia oggetto di cessioni a più società finanziarie, avrà la precedenza la cessione notificata per prima al datore di lavoro. In questo caso l’azienda darà comunicazione della precedente cessione alle altre società finanziarie interessate.
  2. Dal momento in cui viene applicata dal lavoratore la cessione del quinto di stipendio, l’azienda non è tenuta a produrre certificati.
    Il datore di lavoro è infatti solamente chiamato a prendere atto della notifica, senza dover sottoscrivere atti.
  3. L’azienda datrice di lavoro non è vincolata all’applicazione della ritenuta esposta da enti o istituti bancari prima della notifica del contratto di cessione.

Cessione volontaria e pignoramenti: una coesistenza percorribile

E’ possibile la compresenza di una cessione volontaria del quinto e di un pignoramento?Certamente si, ma a determinate condizioni, tutelanti per il titolare del reddito.
Secondo l’articolo 68 d.p.r. 180/1950, nel caso in cui preesista un pignoramento, la cessione della retribuzione non può eccedere la differenza tra i 2/5 della retribuzione e la quota oggetto del pignoramento.

Occorre infatti precisare che, nel caso di un pignoramento, un’autorità giudiziaria interviene a valutare i singoli casi. Una volta a conoscenza dell’esistenza di un pregresso vincolo di cessione volontaria, verrà formulata una decisione, garantendo al titolare dello stipendio il 50% minimo del proprio stipendio.
Le varie trattenute all’origine (cessioni del quinto, prestiti delega e pignoramenti) non possono infatti superare un certo tetto, senza mai raggiungere l’importo totale dello stipendio. Dunque su uno stipendio di 1800 euro le due cessioni sovrapposte possono arrivare a un tetto di 950 euro.

Formula di estinzione del debito Compatibilità con altre modalità di prestito
Cessione volontaria del quinto Si (se sommata con altri prestiti non si supera il 50% del totale)
Quinto di stipendio (per una posizione debitoria) Si (a discrezione dell’autorità che sancisce come estinguere il debito)

La durata temporale del periodo in cui si contrae il debito non può superare i 120 mesi. Entrambe le parti (il titolare del prestito e l’ente creditore) non possono sostenere infatti il rischio che il periodo di debito si protragga oltre la fine del rapporto di lavoro.

La cessione del quinto della pensione

Nel caso dei pensionati la cessione volontaria del quinto è possibile e rispetta i criteri precedentemente detti nel caso dei lavoratori.
In questo caso cessione volontaria e pignoramenti possono coesistere, ma sono soggette a più significative limitazioni.
I pensionati possono solitamente avere una sola trattenuta in busta paga. Nel caso in cui vi siano pignoramenti coatti, la sommatoria delle due trattenute non deve superare il “minimo vitale impignorabile“, ovvero la somma minima che assicura un dignitoso sostentamento.

Cessione stipulata anteriormente ad un pignoramento

Cosa accade nel caso di una cessione volontaria stipulata prima che sopraggiunga una riscossione coattiva?
Come accennato, questo prodotto finanziario è flessibile e pienamente compatibile con altre formule di debito già presenti sulla busta paga.
Nel caso in cui sopraggiungano nuovi pignoramenti, questi sono applicati solo per la differenza tra metà dello stipendio e la quota già ceduta dal lavoratore.
Secondo questa modalità la quota della cessione volontaria viene ricalcolata, così da non incidere sul reddito del titolare.