Cessione del quinto: quali sono le condizioni?

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Come abbiamo visto nei precedenti articoli, la formula di cessione del quinto rappresenta, tra i prestiti non finalizzati, una delle forme di finanziamento più adottate per ottenere l’accesso al credito.
La fondamentale prerogativa della cessione del quinto di stipendio è che, come suggerisce il nome, la rata mensile può avere un importo massimo pari alla quinta parte dello stipendio. Ciò vale anche per la pensione percepita dal titolare del finanziamento.
Vediamo ora nel dettaglio le prerogative di cui deve disporre il richiedente per l’accesso al credito.

Cessione del quinto: quali sono le condizioni per richiederlo?

La cessione del quinto di stipendio rappresenta una modalità di prestito personale disciplinata dal DPR 180/50. Esso è accessibile esclusivamente a lavoratori dipendenti e pensionati, ossia coloro che sono titolari di un reddito derivante da impiego. Questa tipologia finanziaria non contempla, da parte del richiedente, alcune garanzie reali, se non appunto un reddito.

Rientrando nella categoria dei prestiti privi di finalizzazione, la cessione del quinto non richiede alcun giustificativo di spesa. Con l’espressione giustificativo di spesa si intendono ad esempio i preventivi o le fatture rilasciate.

Cessione del quinto di stipendio: le linee guida

A livello generale questa soluzione finanziaria vanta un piano di ammortamento con rate mensili defalcate dalla busta paga del richiedente. A seconda della compresenza di altri prestiti o finanziamenti sulla medesima busta paga, l’ammontare può essere ricalcolato.
Il finanziamento, erogato da banca o istituti di credito, prevede un tasso fisso per l’intero storico della rateizzazione.

Nel caso della cessione su base non volontaria, la rata viene stimata sulla retribuzione netta. Questa, priva di imposte fiscali e di accantonamenti previdenziali, viene trattenuta all’origine, direttamente dal datore di lavoro o dall’ente pensionistico. Il debito può invece essere estinto in qualsiasi momento. Il tasso e la rata rimangono invariati per l’intero periodo dell’ammortamento. La somma deve essere rimborsata in un arco compreso tra i 24 e i 120 mesi. La durata complessiva del prestito non può superare i 10 anni.

IMPORTANTE. Questa formula consente di accedere anche ad importi economici molto elevati: fino a 75.000 euro di erogato netto.
Il rinnovo può essere richiesto solamente a partire dal 40% in poi del tempo trascorso.

Di seguito riportiamo un prospetto che sintetizza le prerogative di questa modalità di prestito:

Voci generali relative alla cessione Dati e caratteristiche
Tasso applicato al prestito Fisso
Arco temporale per rientrare del debito Da due a dieci anni (e non oltre tale lasso di tempo)
Garanzie per l’accesso alla formula Stipendio del dipendente/Pensione/Tfr
Modalità di estinzione del debito Trattenuta all’origine della busta paga o della pensione.
Presenza di polizze a tutela del soggetto erogante Si (in caso di licenziamento o morte del debitore titolare del prestito)
Vincoli imposti al datore di lavoro No, alcuno.
Compatibilità con altri prestiti sulla stessa busta paga Si (con le dovute eccezioni da caso a caso).

I tassi applicati: alcuni casi alla vostra attenzione

Per arginare il livello dei tassi di interesse, l’Inps ha deciso di predisporre una Convenzione, sottoscritta da enti quali Banche e società finanziarie.
Tale stipula garantisce al contraente tassi più favorevoli rispetto a quelli di mercato.
Va inoltre notato che il tasso risulta in percentuale più agevole, una volta varcata la soglia del 15%.

Di seguito una tabella esplicativa:

Importo richiesti mediante cessione Tassi fissi applicati nel tempo
Per i prestiti fino a 15 mila euro 11,58%
Per prestiti superiori a 15 mila euro 9,42%

Polizze applicate alla cessione: ecco come il soggetto erogatore si autotutela

Come ogni tipologia di finanziamento, anche la cessione del quinto ha le proprie limitazioni.
Considerata la durata dello storico del debitorio (da 2 a 10 anni), nel caso di prestiti concessi a pensionati, la durata del rapporto finanziario non può oltrepassare il novantesimo anno di età del contraente.
A tal merito gli istituti di credito e gli enti finanziari attuano polizze che tutelano il soggetto finanziatore in caso sopraggiunta morte del beneficiario.
Le stesse misure cautelative vengono introdotte in caso di licenziamento del debitore o di insolvenza da parte dello stesso.

Polizze obbligatorie: facciamo chiarezza

Chi richiede un prestito a mezzo di cessione del quinto è inoltre tenuto a sottoscrivere un’assicurazione obbligatoria. Questa serve a garantire la copertura dell’importo mancante.
Tali formule tutelano l’ente finanziatore innanzi al rischio di licenziamento del debitore. Lo stesso vale di fronte al rischio di infortunio o di morte prematura.
L’onere delle coperture assicurative viene trattenuto dall’istituto finanziatore ed erogherà al richiedente un importo al netto dei costi dovuti.
La normativa sancisce infatti che il debitore non possa richiedere alcun anticipo sul trattamento di fine rapporto per l’intero corso del finanziamento.
Nel caso in cui il richiedente perda il lavoro e sia impossibilitato ad onorare il debito, il TFR spettante rappresenta una risorsa per lui ed un’ulteriore una forma di garanzia per l’ente finanziatore.

Il piano di ammortamento 

Grazie alla sua particolare struttura, sono posti a garanzia della cessione del quinto lo stipendio o la pensione percepita dal beneficiario.
Il rimborso delle rate inoltre non avviene ad opera del richiedente, bensì al datore di lavoro o dell’ente previdenziale che eroga la pensione.
La rata mensile verrà trattenuta direttamente alla fonte dal datore di lavoro o dall’ente che eroga la pensione.
Tali enti si impegnano poi a versare tale importo alla banca che eroga il prestito. Ciò permette di erogare finanziamenti anche ai soggetti segnalati come cattivi pagatori.

Quali sono le responsabilità per il datore di lavoro?

Come abbiamo visto anche per la cessione su base volontaria, né l’azienda né il datore sono gravati da responsabilità. Nondimeno a loro viene richiesto di produrre alcuna sottoscrizione, dichiarazione o documento specifico.
I datori di lavoro hanno il solo compito di impegnarsi a trattenere un quinto della retribuzione netta del proprio dipendente che sceglie di avvalersi di questa formula finanziaria.
Tale importo economico verrà scorporato dalla busta paga e ceduto all’istituto finanziatore del prestito.