I prestiti con cessione del quinto sono una tipologia di finanziamento dedicata ai lavoratori con contratto di lavoro a tempo indeterminato o che percepiscono una pensione di anzianità lavorativa. In questi ultimi tempi alcune banche accettano le richieste di finanziamento anche da soggetti con contratto a tempo determinato se le somme da rimborsare possono rientrare nel piano di ammortamento della durata del contratto di lavoro. La cessione del quinto fa parte delle tipologia di ‘Prestiti garantiti‘, per cui è obbligatorio stipulare una polizza sulla vita, che ha l’obiettivo di tutelare cliente e banca: in caso di decesso – ma anche perdita del lavoro, assicurazione rischio impiego – l’Istituto assicurativo provvede a saldare il debito residuo alla banca, senza che la famiglia del defunto debba sostenere le rate ancora da corrispondere.
Il tasso di interesse, Tan e Taeg, è fisso, e solitamente più basso di altre tipologie di prestito in relazione al minor rischio nella restituzione. L’importo della rata mensile è detratto direttamente dallo stipendio e versato dal datore di lavoro alla banca alla quale si è richiesto il prestito e non può superare 1/5 della retribuzione mensile al netto delle trattenute fiscali. Ecco perché si chiama ‘cessione del quinto dello stipendio o della pensione‘.
Il calcolo della rata della cessione del quinto Inps, ex Inpdap o di altri enti previdenziali, dunque sulle competenze di un pensionato, è effettuata sulla base della ‘quota cedibile‘, un documento rilasciato dall’ente pensionistico che certifica l’importo massimo del trattamento pensionistico che può essere ceduto per rimborsare le quote del finanziamento.
CURIOSITA’ SULLA NATURA DEI DEBITI: è uno dei finanziamenti che meglio rispetta l’andamento della vita quotidiana, permettendo con le sue regole e limitazioni di non far indebitare i soggetti che richiedono un prestito. E voi vi chiederete: e perché, cosa c’è di diverso? La cessione del quinto consente di cedere un solo quinto del salario, non una rata alta a caso, e solo per la somma complessiva che effettivamente il soggetto può rendere – per questo si parla di importo massimo erogato.
Secondo le analisi Instat effettuate negli ultimi anni sulla somma necessaria per vivere, in media una persona può rinunciare a non più del 20% della propria retribuzione, in quanto le somme restanti sono indirizzate obbligatoriamente verso bollette, mutuo (spese casa), alimentazione e per il divertimento. Non a caso, l’aumento dei prestiti per vacanze e viaggio: dagli ultimi dati Instat 2018, gli italiani non rinunciano alla buona tavola, al ristorante, e al divertimento, e se al momento non hanno il denaro necessario, sottoscrivono un prestito, tralasciando le antiche usanze dei nostri ‘avi’, che preferivano ‘risparmiare’ o attendere un maggiore guadagno per spenderlo in ‘un sur plus’.
Ciò che differenzia maggiormente un prestito con cessione del quinto dalle altre tipologie di finanziamenti è che la rata non deve essere versata dal contraente, ma gli importi sono detratti direttamente dallo stipendio e erogati dal datore di lavoro; la retribuzione viene poi bonificata al dipendente al netto di queste somme. È infatti il datore di lavoro o ente di previdenza (Inps per i soggetti pensionati) che si assume la responsabilità di versare mensilmente gli importi spettanti all’agenzia che ha concesso il prestito al suo dipendente. All’atto della stipula del prestito, il datore di lavoro firma un documento in cui dichiara il suo impegno verso la banca che eroga il prestito e ne ha l’autorizzazione dal lavoratore stesso.
Le quote massime cedibili della busta paga o della pensione non possono superare 1/5 degli emolumenti totali (o il 20%) mentre il piano di ammortamento ha una durata massima di 10 anni. Per questo motivo anche la somma massima erogabile con il prestito varia in relazione alla propria retribuzione, in quanto deve essere dilazionata su importi mensili comprendendo gli interessi e dilazionata al massimo in 120 rate mensili.
L’importo della rata resta identico nel tempo – con rata costante – e viene versato direttamente all’Istituto bancario creditore all’atto dell’emissione dell’emolumento. Il tasso di interesse è dunque anche questo fisso e non vi è possibilità – come in altre forme di finanziamento – di avere un tasso variabile in relazione ai costi di mercato. La parte restante dello stipendio o pensione è accreditata sul conto corrente del lavoratore.
Il tasso di interesse (Tan e Taeg) è inferiore rispetto ad altre forme di prestito della stessa categoria attestandosi su una media del 6,50%, in considerazione della ridotta percentuale del rischio dovuto ad un contratto a tempo indeterminato, una pensione, e nel caso del lavoratore ancora in servizio, anche le quote del Tfr se presenti e non ancora intaccate. Per comprendere meglio, osserva anche la tabella qui di seguito:
CESSIONE DEL QUINTO DI STIPENDIO O PENSIONE | CARATTERISTICHE |
---|---|
IMPORTO EROGABILE | – dipendenti pubblici fino a 75.000 euro – dipendente statali fino a 60.000 euro – parapubblici e privati fino a 50.000 euro – pensionati fino a 60.000 euro, in base all’età anagrafica |
GIUSTIFICAZIONE | SI |
FINALITA’ | – liquidità – acquisto casa – ristrutturazione casa – acquisto auto – viaggi e vacanze – matrimonio – spese mediche |
PIANO DI RIMBORSO | Da 12 a 120 mesi |
RATA MENSILE | – non superiore a 1/5 della retribuzione (20%) – 2/5 con doppio quinto |
DESTINATARI | – dipendenti pubblici – dipendenti statali – parapubblici – privati – pensionati * – con quota tfr – anche con altri finanziamenti *pensione di anzianità lavorativa |
RETRIBUZIONI ESCLUSE | – assegno di mobilità – assegno famigliare – cassa integrazione – indennità di disoccupazione |
PENSIONI ESCLUSE | – pensione sociale – pensione di invalidità – pensione di reversibilità |
GARANZIE | – contratto a tempo indeterninato – Tfr – assicurazione vita – assicurazione rischio impiego – garante |
TAN | Da 4,45% al 9,42,% |
TAEG | Da 5,60 a 9,42% |
DOCUMENTAZIONE | – contratto di lavoro a tempo indeterminato – ultima busta paga – CU – cedolino pensione – certificato di stipendio – certificato con quota cedibile pensione – delega per il datore |
TEMPI DI ACCETTAZIONE | Da 24 h a 5 gg |
RIFIUTO | Possibile |
SVANTAGGI | – Tfr vincolato – importo rata di 1/5 |
Non tutti possono fare domanda per un prestito con cessione del quinto: è una forma di prestito personale dedicata ai lavoratori con busta paga e un contratto a tempo indeterminato (di almeno 3 anni e non dunque neoassunto) o con pensione di anzianità e solo per importi che rateizzati in un massimo di 10 anni permettano di non superare una rata mensile di un 1/5 o 20% degli emolumenti totali percepiti dal lavoratore. Si deve dunque essere un lavoratore dipendente privato, pubblico o statale. La busta paga e la stabilità dell’ente per cui il soggetto richiedente lavora o l’ente di previdenza sono l’unica garanzia richiesta dall’Istituto bancario: sarà infatti il datore di lavoro, con la sottoscrizione di una delega, a detrarre la somma dello stipendio e versarla alla società che vanta il credito. Più nel dettaglio, analizzando categoria per categoria e età lavorativa:
- lavoratori dipendenti in generale: devono avere un’anzianità lavorativa di almeno 36 mesi e aver maturato una quota di tfr (il 20% della somma totale) per coprire il debito in caso di difficoltà nel pagamento. L’esito positivo della domanda di finanziamento è legata all’analisi della solidità dell’azienda per cui si lavora, motivo per cui è molto più semplice che la cessione sia accettata ai dipendenti pubblici e statali che fanno capo a un Ministero, i quali molto spesso offrono delle proposte di prestito con Tan e Taeg agevolati proprio per il minor rischio di pagamento irregolare.
- dipendente statale sia in servizio che in pensione facente parte di amministrazioni dello Stato civili e militari, aziende e amministrazioni dello Stato ad ordinamento autonomo o istituzioni universitarie
- dipendente pubblico sia in servizio che in pensione appartenente a Regioni, Province e Comuni Camere di Commercio, Enti del Servizio Sanitario Nazionale
- dipendente parapubblico in azienda di diritto privato partecipata in misura del 40% dallo Stato, da Pubblica Amministrazione
- dipendente privato con datore di lavoro non compreso nelle amministrazioni o aziende sopra indicate in cui si valuta l’affidabilità dell’azienda.
No. L’importo massimo erogabile è calcolato sullo stipendio al netto delle trattenute (solo per il 20% cedibile), inoltre in relazione alla categoria professionale sono concesse somme differenti, in base alla percentuale di rischio, all’età ma anche alla situazione personale e lavorativa del soggetto richiedente, come anche sopra indicato:
- dipendenti pubblici e statali: l’importo massimo erogabile si aggira intorno ai 72-75 mila euro con un piano di rimborso fino a 120 rate. L’età massima per la domanda non deve essere superiore ai 66 anni, in modo che al termine del rimborso non si abbiano più di 75/76 anni.
- dipendente di corpi militari o paramilitari: importo massimo 70 mila euro circa, ma l’età massima per la sottoscrizione del prestito non può essere superiore ai 57-60 anni, nel caso anche in cui l’anzianità di servizio sia oltre i 35 anni.
- dipendenti parapubblici: importi massimi erogabili fino a 50-55 mila euro; con deleghe l’importo si riduce ai 10-12 mila euro e con un piano di ammortamento non superiore ai 5 anni.
- dipendenti privati: importi massimi calcolati sull’analisi dell’azienda,ma in linea generale si mantiene un piano di ammortamento massimo di 10 anni con somme fino ai 30-50 mila euro, in relazione agli emolumenti totali e quota fruibile del Trattamento di Fine Rapporto.
Si consideri comunque che alcuni Istituti bancari accettano un piano di ammortamento massimo fino agli 85-90 anni sopratutto se si è un dipendente pubblico o statale, con la variazione delle garanzie richieste in fase di sottoscrizione del prestito e delle quote di interessi applicate con Tan e Taeg; considerevole è anche l’importo dell’assicurazione sulla vita e rischio impiego che di legge è obbligatoria per la presa in carico del finanziamento.
Nel caso di età elevata, vi è anche un’altra soluzione: il soggetto richiedente può fare domanda per un piano di rimborso inferiore, fino al limite della sua età anagrafica. In ogni caso, in qualsiasi finanziamento, Tan e Taeg fanno la differenza nell’importo della rata e nella somma complessiva che dovrà essere rimborsata al termine del piano di ammortamento.
No. Anche se si percepisce una pensione direttamente erogata dall’Inps, il prestito con cessione del quinto è concesso solo ai soggetti lavoratori che percepiscono una pensione di anzianità lavorativa, e non devono aver superato i 70-75 anni all’atto della richiesta del finanziamento. Al termine del piano di ammortamento – della durata massima di 120 rate mensili, ovvero 10 anni – l’età non deve essere superiore agli 80-85. Sono dunque esclusi i soggetti con pensione di invalidità, lavoratori che percepiscono assegni sociali, assegni di mobilità o di cassa integrazione; sono esclusi anche i soggetti in stato di disoccupazione e che percepiscono la Naspi. Più nel dettaglio, la cessione del quinto non può essere applicata sulle pensioni o su quote che risultano essere:
- pensione sociale
- pensione civile
- pensione di reversibilità
- pensione di invalidità:
- assegni al nucleo familiare
- sulle pensioni con contitolarità per la quota parte non di pertinenza del soggetto richiedente
Negli importi cedibili dallo stipendio o dalla pensione ci sono dei limiti che non interessano il solo quinto degli emolumenti totali, ma anche le somme stabilite dal Governo quali necessarie per vivere. La rata mensile deve permettere di lasciare al soggetto richiedente una cifra di 500-600 euro circa, che in questi ultimi tempi ha subito anche delle variazioni a causa della progressiva inflazione. Ciò significa che un lavoratore con una retribuzione troppo bassa e che al netto della rata mensile della cessione si ritroverebbe con una somma al di sotto della soglia stabilita, riceve un rifiuto nella domanda di cessione del quinto.
Gli altri soggetti che non possono fare domanda di cessione del quinto sono i pensionati percettori di pensione sociale o di invalidità, civile, di reversibilità o con contitolarità per la quota parte non di pertinenza del soggetto richiedente questa tipologia di finanziamento. Come indicato anche sopra, non possono fare domanda di cessione nemmeno i lavoratori in cassa integrazione e non possono essere utilizzate le indennità per pagare le rate della cessione del quinto, ma solo la retribuzione lavorativa.
Sì, ma solo se l’importo richiesto può essere dilazionato in un numero di rate pari alla durata del contratto di lavoro. Non tutti gli Istituti bancari accettano però questa tipologia di condizione e Tan e Taeg – anche nel caso di accettazione della domanda di prestito con cessione – potrebbero essere superiori rispetto alle percentuali applicate su altre tipologie di soggetti.
Sì, in quanto al momento della sottoscrizione del documento in cui il datore di lavoro si assume la responsabilità del versamento fino al termine del piano di ammortamento, il lavoratore autorizza il suo datore di lavoro alla detrazione diretta in busta paga (tanto per intenderci, sul conto corrente vedrà il bonifico della somma rimanente a seguito del pagamento degli importi delle rate) e nello stesso deve essere indicato il motivo della richiesta di finanziamento.
Inoltre è da considerare che proprio in relazione alla finalità della liquidità erogata, il tasso di interesse (Tan) e sopratutto il Taeg, che corrisponde alla somma totale in più da corrispondere (interessi e spese amministrative) sono di molto variabili. Un prestito con cessione per opere di ristrutturazione della prima casa avrà un tasso di interesse inferiore rispetto a quello per viaggi e vacanze o l’acquisto di un’auto, in quanto priorità differenti.
Il prestito con cessione del quinto è infatti dedicato a delle determinate categorie di lavoratori, spesso enti professionali che fanno capo a Ministeri, ai quali si fanno delle proposte di finanziamento con Convenzioni per aiutare nella gestione delle spese famigliari e nella realizzazione di particolari progetti, forti della certezza della restituzione con una busta paga o pensione sicura.
La garanzia richiesta per ottenere un prestito con cessione è il contratto a tempo indeterminato e una pensione di anzianità lavorativa. Non sono ammesse altre tipologie di pensione o indennità, come cassa integrazione, Naspi o pensioni di invalidità. Le garanzie sono fornite direttamente dalla busta paga o dalla pensione percepita, o nel caso di lavoratore dipendente, possono essere confermate maggiormente dalle somme maturate con il Trattamento di Fine Rapporto (Tfr).
È necessario però avere anche delle altre garanzie che non interessano direttamente la presentazione di documenti particolari, ma il cliente deve necessariamente:
- non avere altri prestiti in corso
- se si ha un prestito in corso, la quota cedibile totale (dunque con il secondo prestito) non deve superare un quinto dello stipendio o della pensione al netto delle trattenute
- è necessario firmare e corrispondere la quota di una copertura assicurativa obbligatoria per legge contro rischio morte e/o rischio perdita impiego
- non è più possibile richiedere nessuna quota del Tfr, che viene automaticamente vincolato fino al termine della durata del piano di rimborso
- vi è l’eventualità che possa essere richiesto un garante
Il garante è una terza persona, che non presenta altri finanziamenti in corso, e che in caso di insolvenza pagherà per voi. È naturale che in questa tipologia di prestito in cui dovrebbe essere il datore di lavoro a non versare le quote spettanti il rischio è inferiore, ma potrebbe anche accadere che l’azienda sia in fallimento, che la retribuzione mensile non sia sufficiente a coprire le spese, e questo per esempio potrebbe verificarsi nelle categorie professionali di dipendenti privati. Il garante può essere richiesto anche ai soggetti con meno di 36 mesi di servizio, un periodo molto breve per aver accumulato una quota fruibile di Tfr (si ricorda che per legge non può essere richiesta nella sua somma totale, ma solo per il 20%).
Differente è anche la situazione di cattivo pagatore o protestato, motivo per cui nell’analisi dell’affidabilità creditizia del soggetto, il garante è l’unica garanzia che può essere esibita dal soggetto richiedente. Nel caso di segnalazione Crif, anche se in possesso di contratto a tempo indeterminato. Ma ripetiamo, sono casi limite e l’accettazione della pratica e la richiesta di un garante è data dalla valutazione della situazione complessiva personale del soggetto richiedente la cessione.
Per fare domanda di prestito con la cessione del quinto sono richieste due tipologie di documenti legati a:
- situazione personale e lavorativa
- contratto di lavoro
Tutta la documentazione richiesta per avviare la pratica è necessaria all’Istituto bancario per analizzare la condizione del soggetto in materia di regolare restituzione del debito e della fattibilità del rimborso tramite il proprio datore di lavoro. Ciò significa che il soggetto non deve avere altri finanziamenti in corso per ottenere il massimo della somma erogabile e dilazionabile nelle rate (fino a un quinto dello stipendio sempre al netto delle trattenute) e la certezza che l’azienda possa pagare lo stipendio del lavoratore e ‘non si trovi nella situazione di licenziarlo’. Dunque i documenti richiesti sono standard per il contratto di lavoro o pensione di anzianità, ma variabili in relazione alla categoria professionale: pubblica amministrazione, ente pubblico o privato, ente pensionistico. In ogni caso, i documenti richiesti sono:
- documentazione anagrafica comprendendo carta d’identità in corso di validità, codice fiscale o tessera sanitaria, numero di recapito di rete fissa o telefono cellulare intestati al soggetto richiedente il prestito
- certificato di stipendio (attestato di servizio in originale) fornito dalla propria azienda o ente
- ultima busta paga con anzianità di almeno 36 mesi
- cedolino pensione
- documento di benestare del datore di lavoro, che deve essere firmato e consegnato all’atto della sottoscrizione del prestito, in cui si dichiara l’impegno nel versamento delle rate mensili detraendo gli importi direttamente dalla busta del suo dipendente
- documento di delega a favore del datore di lavoro a prelevare mensilmente l’importo necessario al rimborso del prestito
- copia CU anno precedente la richiesta del debito
- copia estratti contributivi Inps (solo per lavoratori in servizio)
- documento in cui si indica la somma accumulata durante gli anni di anzianità (Trattamento di fine Rapporto) nell’azienda a cui di richiede il benestare per la detrazione degli importi delle rate
- estratto conto in cui si dichiara che non sono presenti altre cessioni del quinto (ma queste informazioni sono poi presenti anche nel certificato di lavoro, vedi anche sotto in materia di ‘certificato di stipendio’)
- permesso di soggiorno nel caso di cittadino extracomunitario, documento in cui deve essere indicata la data di ingresso in Italia
Il certificato di stipendio è indispensabile per fare domanda di prestito con cessione del quinto e deve essere richiesto direttamente all’amministrazione dell’azienda per cui si lavora e alla quale si chiederà il pagamento diretto. È necessario all’Istituto bancario che eroga il prestito per ottenere le informazioni utili per valutare la fattibilità della domanda, calcolare l’importo massimo erogabile e la rata mensile sostenibile; è indispensabile anche per verificare la copertura del soggetto richiedente nel caso in cui si verifichi l’impossibilità di sostenere il rimborso. Nel certificato di stipendio sono presenti infatti:
- la data di assunzione che deve essere superiore ai 3 anni (36 mesi)
- retribuzione lorda e netta annuale e mensile su cui si calcola l’importo massimo erogabile (con l’eventualità di concedere anche una somma inferiore nel caso in cui non rientri in 1/5 degli emolumenti totali e rateizzati su 120 rate al massimo)
- il Tfr maturato che deve coprire il debito, ma sono nel suo 20%, limite stabilito per legge nel suo utilizzo
- trattenute (altri finanziamenti, assicurazioni sulla vita) o pignoramenti già presenti sullo stipendio da parte del datore di lavoro
Il certificato di stipendio deve essere compilato dal datore di lavoro per controfirmare i dati sull’azienda e quelli del suo dipendente con le seguenti informazioni:
- dati l’azienda, denominazione, partita iva, sede amministrativa
- dati del dipendente in materia di rapporto con l’azienda, generalità e data di assunzione
- dati retribuzione mensile al lordo
- dati retribuzione al netto
- dati somme mensili già detratte con altri prestiti, pignoramenti, assicurazioni
- dati del responsabile dell’amministrazione addetto alla compilazione del certificato dello stipendio.
Se si è pensionati, non è richiesto il certificato di stipendio, ma prima di fare domanda è necessario rivolgersi all’ente di previdenza Inps per farsi consegnare il documento per la comunicazione di cedibilità della pensione, in cui sono indicate le seguenti informazioni sostitutive al certificato di stipendio:
- importo totale della pensione percepita
- importo al netto delle trattenute fiscali e di trattamenti al minimo
Se si ha un altro finanziamento in corso, è possibile richiedere la cessione del quinto, ma la somma erogabile dovrà essere calcolata in relazione all’importo su un quinto ancora fruibile sulla rata mensile. Se per esempio si ha uno stipendio di 1500 euro netti, con una rata presente di 200 euro, in considerazione che 1/5 è 300 euro, la cessione potrà essere di sole altre 100 euro. La cessione non deve mai superare il 20% di tutti gli emolumenti totali anche se questi fanno parte di altri finanziamenti.
Differente è la situazione in cui il soggetto ha sulla propria retribuzione una precedente cessione del quinto. La normativa vigente vieta che sulla stessa busta paga vi siano più cessioni contemporaneamente. Non è dunque possibile fare domanda e il soggetto lavoratore dovrà optare per la forma di prestito personale ordinaria in cui sarà lui stesso a pagare le rate. Al fine di ridurre il rischio di reiterazione di cessioni, è anche previsto che il dipendente possa fare domanda di estinzione anticipata del debito residuo contratto con la sottoscrizione della cessione del quinto, ma solo dopo la metà del pagamento regolare del piano di ammortamento, tempo indispensabile per l’Istituto bancario per ottenere il rimborso degli interessi applicati sulle quote erogate:
- 24 mesi con piano di ammortamento di 5 anni (60 rate mensili)
- 48 mesi con piano di ammortamento di 10 anni (120 rate mensili)
Gli importi sono di gran lunga variabili in relazione alla propria retribuzione mensile e/o dalla presenza di altri finanziamenti in corso. In linea generale, è possibile richiedere dai 5.000 ai 60.000 euro con un piano di ammortamento che oscilla dai 48 mesi ai 10 anni. Non vi è possibilità di proroga, ad eccezione dei casi in cui alcuni Istituti bancari concedono di aumentare le somme già erogate, ma sono casi particolari.
La somma massima erogabile e l’importo della rata non deve essere superiore al 20% della busta paga al netto delle trattenute e dilazionata per un piano di rimborso legato anche all’età del soggetto richiedente: non più di 85 anni, anche se molti Istituti bancari accettano anche 90 anni. Ciò significa che il soggetto lavoratore – pensionato in questo caso – può fare domanda di cessione fino ai 75/80 anni, ma non oltre. L’importo massimo erogabile con la cessione del quinto non ha dunque un tetto massimo definito per tutte le banche, ma è determinato e calcolato a seguito della verifica degli emolumenti, età e analisi dell’azienda valutando in modo particolare documentazione e garanzie richieste al cliente all’atto della domanda del finanziamento:
- importo busta paga/pensione
- presenza di altri finanziamenti e importi
- importo tfr* e anni di anzianità di servizio (sono necessari almeno 3)
- età del lavoratore al termine del piano di ammortamento (calcolato sul tempo massimo di 10 anni)
- durata del contratto di lavoro in caso di accettazione di un prestito della durata massima del rapporto di lavoro
*Il Trattamento di fine rapporto può essere utilizzato per coprire il credito in caso di insolvenza solo in misura del 20%, motivo per cui la valutazione dell’Istituto bancario è legata anche al calcolo delle somme eventualmente utilizzabili per riscattare il credito: il Tfr potrebbe non bastare dunque quale garanzia, non essendo tutta la somma pienamente fruibile. Qui di seguito una breve tabella per comprendere il funzionamento di somma erogabile e rata, con applicazione di interessi:
CESSIONE DEL QUINTO | IMPORTI FINANZIATI |
---|---|
IMPORTO EROGABILE | – Da 5.000 a 60.000 euro – Fino a 70.000 euro |
PIANO DI AMMORTAMENTO | – 12 mesi – 48 mesi – 60 mesi – 72 mesi – 84 mesi – Fino a 120 rate mensili |
IMPORTO MAX RATA | 1/5 dello stipendio/pensione al netto delle trattenute previdenziali, etc |
ESEMPIO PRESTITO | 20.000 euro |
DURATA | 84 mesi |
TAN | 4,85% |
TAEG | 5,70% |
RATA MENSILE | – 300 euro – 1.500 euro stipendio |
IMPORTO FINALE DOVUTO | 24.250 euro circa |
Il lavoratore avvia una domanda di richiesta di prestito di una determinata somma, che solitamente non supera gli importi di 50-60.000 euro. L’Istituto bancario verifica la retribuzione media mensile e calcola un quinto dello stipendio, che corrisponde alla rata massima mensile che il soggetto potrà corrispondere, aumentata dagli interessi e spese amministrative per la gestione della pratica. La somma viene successivamente dilazionata in un minimo di 12 rate e fino a un massimo di 120 (10 anni). Ciò significa che l’importo massimo erogabile dipende dalla retribuzione al netto delle ritenute fiscali e previdenziali che non può superare il 20% o 1/5 dello stipendio netto e della pensione. Non è dunque detto che il richiedente possa ottenere la somma esatta richiesta, ma se questa non compatibile con la fattibilità e le regole di restituzione del debito potrebbe essere ridotta.
In base alla finalità del finanziamento o anche dalle richieste del richiedente, la durata del piano di rimborso è differente: è possibile richiedere la cessione per 12 o 48 mesi, ma anche per 60 o 72 mesi; il massimo è 120 rate, corrispondenti a 10 anni. Al termine del rimborso, è possibile richiedere un’altra cessione, ma solamente se le quote sono state versate regolarmente. Se la cessione del quinto è stata richiesta per liquidità, casa, auto, arredamento, solitamente il piano di ammortamento concesso è la durata massima, mentre per la finalità di viaggi, per esempio, molti Istituti bancari si fermano ad un massimo di 60 rate, ovvero 5 anni. È molto importante infatti conoscere preventivamente la quota massima cedibile del proprio stipendio che per leggere della cessione del quinto non può essere superiore la 20% degli emolumenti totali al netto – senza trattenute o altre indennità – ma non è difficile fare questo calcolo se si osserva la propria busta paga e si cerca di seguire questi brevi punti che abbiamo creato per voi:
CURIOSITA’ FAI DA TE: Se desiderate calcolare da voi l’importo massimo della rata cedibile per ottenere la cessione del quinto, non è difficile, ma dovete stare molto attenti a fare il calcolo solo sullo stipendio base, eliminando altre indennità inserite nello stipendio. Dunque calcoliamo la retribuzione al netto eliminando:
- straordinari
- premi produzione
- quote per turni
- assegni familiari
- La somma ottenuta deve essere moltiplicata per il numero di mensilità percepite nell’anno che possono essere 12-13 o 14, in relazione alla categoria professionale. Es: 1300 euro x 13 = 16.900
- dividi per 12 (rate mensili in un anno). Es: 16.900:13 = 1408
- il risultato lo dividiamo per 5: Es: 1408:5 = 281 euro, l’importo della rata cedibile
Per fare un esempio concreto di finanziamento: su uno stipendio/pensione al netto delle trattenute di 1.200 euro, la rata mensile non può superare le 240 euro. Facendo un calcolo più esteso, l’importo erogabile non può essere superiore ai 25.000 euro circa considerando la maggiorazione degli interessi e il piano di ammortamento che non può superare i 10 anni, ovvero le 120 rate mensili. Vi è però un caso in cui è possibile fare domanda di aumento del quinto della cessione, chiamato anche ‘doppio quinto‘, in cui il soggetto può ottenere la detrazione di 2/5 della retribuzione, per esempio se, trovandosi in difficoltà con altri finanziamenti, ha richiesto il consolidamento debito. La doppia cessione è però possibile solo nel caso vi sia una quota di Tfr elevata per poter coprire, nel caso di mancato pagamento, il debito residuo.
Per fare un breve calcolo su una retribuzione di un lavoratore medio:
- Reddito netto mensile = 1.350,65 euro
- Durata del prestito = 120 mesi
- Tan = 6.5%
- Importo massimo erogabile = 23.789,94 euro
- Importo rata = 270,13 euro
- Importo totale rate = 32.415,60 euro
- Interessi = 8.625,66 euro
Sì, è possibile richiedere la cessione del quinto anche per acquistare casa o effettuare opere di ristrutturazione. Se si è un dipendete pubblico o statale è infatti possibile accedere a somme fino a 60-70 mila euro sempre in relazione alla propria retribuzione e con rata di un quinto dello stipendio. Ci sono però dei casi in cui è possibile anche richiedere una rata fino ai 2/5, il ‘doppio quinto‘ che consente di ottenere degli importi di un po’ superiori. Solitamente questo è possibile se magari in famiglia lavorano entrambi i coniugi e l’Istituto bancario ha la certezza che il soggetto richiedente abbia effettivamente la possibilità della restituzione. Il piano di ammortamento resta di massimo 10 anni con 120 rate mensili, e nel caso di cessione per acquisto casa, Tan e Taeg risultano maggiormente vantaggiosi oscillando dal 5 all’8%: stiamo parlando di immobili, potrebbe essere anche la prima casa, che seppur si potrebbe pensare che i tassi di interesse siano di gran lunga superiori, vi sono degli altri dati da considerare:
- spese di gestione della pratica inferiori rispetto all’accensione di un mutuo
- non è richiesta ipoteca
- la tempistica di ricezione della liquidità è inferiore, entro 24-48 h se l’Istituto bancario a cui si fa domanda è lo stesso nel quale avete il conto corrente; fino a 5 giorni se la richiesta è inoltrata verso altre banche
- piano di ammortamento inferiore, in modo da effettuare una restituzione in tempi inferiori di 15 anni, come richiesto nel mutuo
- possibilità di richiedere cifre inferiori ai 50 mila euro, come richiesto nel mutuo. Non è infatti detto che si abbia la necessità di cifre che coprano i costi dell’intero immobile, ma anche quote in aggiunta e per fare domanda di accensione del mutuo è necessario richiedere almeno 50 mila euro, non per tutte le banche, ma per la maggiore si consiglia sempre di richiedere somme non inferiori
- non deve essere effettuata nessuna analisi sull’immobile, verifiche che hanno dei costi ingenti sul soggetto che richiede il mutuo
- la liquidità è subito disponibile dal momento dell’accettazione del prestito (max 3 gg).
Sono dedicate ad una determinata categoria professionale e sono studiate per delle specifiche finalità; hanno dei piani di ammortamento variabili da 12 e 48 mesi, oppure da 60-72 mesi e fino a 120 rate mensili. Per Convenzioni si intendono delle proposte di finanziamento con la cessione del quinto che arrivano direttamente dal datore di lavoro, un ente o un Ministero, che agevola i propri dipendenti nella richiesta di un finanziamento per realizzare un proprio progetto. La garanzia della restituzione è proprio l’ente che si impegna a versare le quote spettanti per il rimborso del debito. Tra i maggiori enti che offrono diverse forme di prestito con cessione del quinto abbiamo:
- Forze Armate (busta paga con almeno 36 mesi di servizio e pensione)
- Inps (pensione di anzianità lavorativa)
Fruendo delle Convenzioni, è anche possibile richiedere la cessione del quinto del 50%, il doppio quinto, ma solo se il dipendente ha maturato una certa anzianità di servizio e ha una somma di Tfr maturata tale da coprire un prestito di importo superiore a quello che verrebbe erogato con il solo quinto degli emolumenti. Tan e Taeg restano comunque invariati anche nel doppio quinto e oscillano mediamente dal 5% al 7% circa, in relazione a quanto osservato sul web nelle varie proposte di finanziamento. Certo, molto dipende, e questo lo vogliamo sempre ricordare, la situazione personale e lavorativa del soggetto; non devono esserci altri finanziamenti in corso, altrimenti anche la quota cedibile si abbassa e il rischio di insolvenza si eleva facendo aumentare anche il tasso di interesse, che comunque per l’ultimo trimestre del 2018 non deve superare il 9,42% per non essere considerato usura. Per comprendere meglio, osserva anche la tabella riassuntiva:
CONVENZIONI ENTI e MINISTERI | TAN | TAEG |
---|---|---|
– Forze Armate – Inps |
– Dal 5,50% al 6,10% casa e spese mediche – Dal 6,10% all’8% auto, viaggi, matrimonio |
– Dal 6,80% al 7,40% – Fino all’8,50 in relazione alle finalità |
DOPPIO QUINTO – 2/5 dello stipendio – fino al 50% – solo con Tfr di importo elevato |
Fino al 6,50% | Fino al 7,50% |
I vantaggi di richiedere la cessione del quinto per ristrutturare casa sono legati alla comodità del fare domanda ma anche nell’applicazione del tasso di interesse:
- non si deve giustificare la finalità della richiesta di erogazione del prestito
- non si devono presentare le fatture degli interventi apportati sull’immobile
- non ci sono vincoli sulle modalità di spesa
- la liquidità è erogata sul conto corrente e la si può utilizzare per fare tutti i bonifici necessari a coprire le spese delle opere di manutenzione
- Tan che oscilla dai 6,20% ai 7,50%
- Taeg variabile sull’8,20%
- recupero delle spese con la presentazione della dichiarazione dei redditi: è infatti possibile detrarre dal pagamento dell’Irpef del 50% sulle spese sostenute, rate di rimborso dilazionate in 10 anni.
Anche fare un viaggio rientra in una delle finalità per cui può essere richiesta la cessione, anche se con tassi di interesse di gran lunga maggiori a quelli che si rilevano per acquisto casa o ristrutturazione: dal 7,80% al 9,40%, secondo anche le soglie indicate dal ministro dell’Economia.In questo caso, se non rientranti all’interno di particolari convenzioni per categorie professionali, la domanda non è conveniente, in quanto presenta gli stessi Tan e Taeg di un prestito personale ordinario. Il vantaggio è quello di:
- pagamento diretto del datore di lavoro
- possibilità di scegliere un piano di ammortamento dai 48 mesi ai 60 mesi.
Giusto per fare un esempio, qui di seguito un semplice calcolo su massimo importo erogabile, rata, Tan e sopratutto interessi da corrispondere al termine de piano di rimborso:
- Reddito netto mensile = 1.500 euro
- Piano di ammortamento = 60 mesi
- Tan = 8%
- Importo massimo erogabile = 14.795,53 euro
- Importo rata = 300 euro
- Importo totale rate = 18.000 euro
- Interessi = 3.204,47 euro
Le finalità per la richiesta della cessione del quinto sono numerose e presentano tutte dei Tan e Taeg differenti in base alla tipologia in cui sono iscritte. Tra le più basse, con Tan e Taeg che oscillano dai 5,50% al 7,40%:
- acquisto immobile
- opere di ristrutturazione in prima e second a casa
- arredamento
- elettrodomestici
- spese mediche
Tra le finalità con Tan e Taeg medi e che oscillano dal 6% all’8,50% ritroviamo:
- liquidità
- acquisto auto (nuova o a Km zero)
- riparazione auto
Tra le finalità con Tan e Taeg più elevati variabili dall’8% al 9,42% ritroviamo:
- viaggi e vacanze
- matrimonio
Naturalmente ci avvaliamo di dati e informazioni prese dal web o per esperienza personale, e non hanno assolutamente l’intento di essere precisi o assolutamente certi. Ogni applicazione del tasso di interesse e della proposta fatta dall’Istituto bancario dipende sempre PRIORITARIAMENTE dalla situazione personale e lavorativa del suo cliente. Inoltre è anche importante ricordare che l’Istituto bancario ha la necessità di sapere dove andrà il denaro erogato – richiedendo di certificare e giustificare la richiesta della somma; in base a questo dato, applicherà anche Tan e Taeg che in ogni caso oscillano mediamente per tutte le finalità dal 5,50 al 9,42%. Osservate anche la tabella qui di seguito:
FINALITA’ | TAN
Interessi |
TAEG
Interessi + spese |
---|---|---|
CONVENZIONI | – Dal 5,50% al 6,10% – Da 12 a 120 mesi |
– Dal 6,80% al 7,40% – zero spese di gestione |
RISTRUTTURAZIONE CASA | Dal 6,20% al 7,50% | – Fino a 8,20% – recupero Irpef |
ACQUISTO IMMOBILE | Dal 6,20 al 7,50 | Fino a 8,20% ma con agevolazioni |
VIAGGI | Dal 6,18% al 9% | – Dal 7% all 9,42% – Fino a 8,20% con Convenzioni |
LIQUIDITA’ | Dal 6,15% al 9% | Dal 6,80% al 9% |
AUTO | Dal 6,89 al 9% | Dal 7% al 9% |
Sì, a seguito dell’accettazione della domanda, la liquidità è subito disponibile sul conto corrente nel quale avete richiesto l’emissione. Successivamente alla ricezione da parte dell’Istituto bancario del benestare del datore di lavoro (azienda o Inps) è possibile effettuare le ritenute e i versamenti mensili direttamente alla banca alla quale si è ottenuta la cessione del quinto. I tempi di accettazione oscillano dalle 48 h ai 5 gg, in relazione all’analisi della situazione del lavoratore, dall’azienda per cui lavora, e se presenti altri prestiti in corso. In ogni caso, in linea generale, sono necessari almeno 30 giorni dalla firma del contratto per avviare la prima trattenuta della rata del prestito.
Il Tan e il Taeg sono legati alla percentuale di rischio insito nella restituzione del denaro: inferiori sono le garanzie, come per esempio un contratto di lavoro a tempo determinato o in un’azienda non stabile, e maggiori saranno i punti percentuali assegnati agli interessi totali applicati nel finanziamento. Ma non solo. Tan e Taeg – quest’ultimo è il costo totale sommando interessi e spese amministrative della pratica – variano in relazione a:
- stabilità dell’azienda
- presenza di quota Tfr con la quale è possibile saldare eventualmente il debito residuo
- età del lavoratore
- presenza di altri finanziamenti in corso
- appartenenza a determinate categorie professionali
Questi requisiti causano la riduzione o l’aumento degli interessi, elementi che fanno oscillare la quota da rimborsare in più oltre alla cifra richiesta nel finanziamento, nel bene e nel male. Sì, perché se si fa parte di una categoria professionale, come per esempi Forze dell’ordine o insegnanti, gli Istituti bancari offrono delle condizioni di prestito con cessione del quinto differenti, ovvero con le Convenzioni, proprio perché favoriti dalla certezza del rispetto del piano di rimborso dallo stipendio erogato da un Ministero; convenzioni che consentono di avere anche dei Tan e Taeg più bassi che oscillano dal 4% al 7% in relazione anche alla somma richiesta. Il Taeg comprende infatti anche gli oneri accessori quali le spese di istruttoria e le commissioni bancarie, che non vengono applicate da tutte le banche con gli stessi costi.
Negli altri casi, il soggetto richiedente con quota Tfr può solitamente fruire di un prestito con cessione che si attesta dal 5,45% per il Tan e un Taeg massimo del 14,73% come anche indicato dal regolamento per l’applicazione degli interessi sui finanziamenti affinché non siano indicati come usura. Ultimo punto, ma non per importanza, l’età del richiedente: gli istituti bancari accettano forme di prestito fino al compimento degli 80-85 anni al termine del piano di ammortamento dunque con sottoscrizione del prestito massimo all’età di 70-75 anni, offrendo però dei Tan e Taeg più elevati, partendo dallo 5,90%, come qui di seguito riportato:
ETA’ al termine del piano di ammortamento | TAEG fino a 15.000 euro | TAEG oltre i 15.000 euro |
---|---|---|
Fino a 59 anni | 8,61% | 7,14% |
60-64 | 9,41% | 7,94% |
65-69 | 10,21% | 8,74% |
70-74 | 10,91% | 9,44% |
75-79 | 11,71% | 10,24% |
Diversa è la condizione del lavoratore con altri finanziamenti in corso in cui Tan e Taeg non sono di molto variabili, oscillando dal 6% come media, ma la quota della rata non deve comunque superare un quinto dello stipendio, salvo casi particolari come la richiesta di consolidamento debiti, ovvero riunire più rate di due o più finanziamenti in una sola rata, aumentando il piano di rimborso: in questo caso creando un nuovo prestito con cessione del quinto dove la rata mensile (totale di tutte le altre rate però più bassa e dilazionata) viene detratta direttamente dalla busta paga prima dell’erogazione sul conto corrente.
Ogni Istituto bancario e l’ente di previdenza Inps ha le proprie proposte di finanziamento. Il primo passo da fare è quello di fare domanda presso la banca in cui detenete il conto. È infatti molto più semplice ottenere un prestito con interessi vantaggiosi presso l’Istituto bancario di fiducia che già conosce la vostra situazione economica, e dovrà analizzare in minor tempo il vostro bilancio; la possibilità immediata di accedere al vostro estratto conto e vi dirà in tempi minori qual è la cifra massima erogabile e l’importo della rata mensile. Se avete la possibilità di accedere alle Convenzioni dedicate alla vostra categoria professionale, oltre a Tan e Taeg più bassi, potrete ottenere una risposta anche in 24 h. La tempistica di risposta è solitamente variabile dalle 48 ore ai 5 giorni, sopratutto se non avete nessun conto corrente presso l’ente a cui fate domanda di cessione, che dovrà richiedere tutte le informazioni utili per ottenere il vostro profilo di lavoratore e di pagatore.
Se siete un pensionato (pensione di anzianità lavorativa), la prima cosa da fare è quella di consultare il sito ufficiale Inps in cui è presente una lista di tutti gli Istituti di credito che si occupano di cessione del quinto, cliccando nella sezione ‘Servizi per i cittadini‘ e sulla voce diretta ‘Cessione del quinto‘. L’ente di previdenza fornisce una guida informativa sul funzionamento del prestito, sui tassi di interesse e sulle modalità di pagamento, oltre a mettere in evidenza i limiti per la richiesta, in relazione all’età anagrafica e all’importo mensile delle competenze.
Le proposte di finanziamento con cessione sono di molto variabili in base alla garanzia della propria retribuzione, ma anche in relazione all’Istituto bancario che li propone, motivo per cui è anche importante preventivamente fare un giro sul web delle società che offrono questa tipologia di finanziamento. È infatti molto importante considerare che come qualsiasi altro prestito personale ordinario, la cessione del quinto presenta delle spese e dei costi di gestione che sono applicati al momento della sottoscrizione del contratto. Ciò significa che la somma richiesta non sarà erogata completamente ma al netto dei costi, come per esempio il bollo. Non tutte le finanziarie però applicano le stesse spese, dunque necessario non solo valutare gli importi delle rate che vengono proposti ma i costi totali della pratica.
In ogni caso, l’accettazione della domanda di cessione del quinto è stretta competenza dell’Istituto bancario al quale si invia domanda e legata alla verifica delle condizioni lavorative, alla disponibilità del tfr, alla solidità dell’azienda, alla copertura dell’operazione da parte della compagnia assicurativa, dunque è sicuramente maggiormente vantaggioso affidarsi alla propria banca o valutare preventivamente gli Istituti bancari che offrono la cessione del quinto con Convenzioni per la propria categoria professionale. Per comprendere meglio, si offre qui di seguito anche una tabella in cui sono presenti alcune delle proposte con Convenzioni:
CESSIONE DEL QUINTO | 10.000 EURO | 20.000 EURO | 35.000 EURO | 50.000 EURO | |
---|---|---|---|---|---|
FINALITA’ | Liquidità | Liquidità | Casa | Ristrutturazione casa | |
CONVENZIONI | Sì | Sì | Sì | Sì | Sì |
IMPORTO RATA | 230 euro | 215 euro | 337,98 euro | 470 euro | |
DURATA | 48 mesi | 120 mesi | 120 mesi | 120 mesi | |
TAN | 4,61% | 4,50% | 5,25% | 4,70% | |
TAEG | 4,83% | 5,42% | 6,14% | 6,05% |
Gli istituti bancari che offrono finanziamenti con cessione del quinto devono seguire gli stessi regolamenti per l’applicazione di Tan e Taeg identici a prestiti e mutui ordinari. Non vi sono differenze, tranne nelle agevolazioni delle convenzioni e nella modalità di pagamento tramite il datore di lavoro. Il Governo italiano pone però delle regole fisse sul tasso di interesse applicabile, inviando comunicazione ogni trimestre sui limiti o ‘soglie’. Un messaggio inviato per l’ultimo trimestre del 2018 – 01 ottobre – 31 dicembre 2018, Decreto 27 giugno 2018 del Ministero dell’Economia e delle finanze – indica che il tasso di interesse applicabile in relazione alle quote erogate che non deve superare l’11,58% per i prestiti fino a 15 mila euro, e il 9,42% per i prestiti oltre i 15 mila euro. Un’occhiata alle comunicazioni sui tassi è di aiuto per comprendere la convenienza dell’offerte e a scartare le banche con politiche che vanno oltre queste percentuali.
Non si tratta solo di Tan (interessi) e Taeg (interessi + costi spese), ma si tratta di mettere in conto alle somme erogate e alla rata mensili gli altri costi del finanziamento. Sono delle vere e proprie spese, ‘non si parla di pochi spiccioli, per intenderci’, che potrebbero fare davvero la differenza nel prestito. Potremo indicarli come ‘costi possibili‘, sì, perché sono quelle spese esterne al prestito non applicate da tutti gli Istituti bancari e/o con costi differenti; altri li inseriscono come ‘gratis‘, proprio per accattivare il cliente, mentre altre le inserisco ‘in piccolo’ nel contratto e magari le si scoprono in sede di sottoscrizione. Essendo delle somme abbastanza elevate -in alcuni casi – è meglio sapere che i costi in sur plus sono:
- spese di apertura pratica dai 16 ai 120 euro
- spese di intermediazione di costo variabile (intorno alle 50-100 euro)
- commissione bancaria e di intermediazione altre dai 100 ai 250 euro
- imposta di bollo/sostitutiva pari a 16 euro circa
- imposta di bollo per comunicazioni periodiche pari a circa 2 euro per invio
- assicurazione sulla vita e rischio impiego – questa obbligatoria per legge ma di costo variabile – pari a circa 1.500 euro su 30.000 euro in relazione al contratto di lavoro e all’età del richiedente
L’ideale sarebbe avere zero spese di apertura pratica, zero spese di intermediazione e zero commissioni e imposta di bollo. L’assicurazione deve essere invece obbligatoriamente sottoscritta ai sensi del D.P.R. n.180/1950, acquisita dall’agenzia cessionaria a proprie spese e non ci si può sottrarre. Non è possibile trovare un’Istituto bancario che applichi delle politiche differenti, anche perché costituisce la garanzia per la banca e per voi che nel caso di decesso o impossibilità nel pagamento, è l’ente assicurativo ad entrare in campo senza dover rifarsi sugli eredi.
L’importo della rata è importante, ma mai quanto l’importo finale complessivo da rimborsare, ovvero quanto dovrò restituire al termine del finanziamento, quanto in più della somma che mi è stata erogata. Questo dato indica anche la convenienza del finanziamento e lo differenzia dagli altri, ma per calcolare questa quota è importante non solo conoscere la quota mensile da versare, ma mettere nel calcolo prima di tutto il Tan, il tasso di interesse, utile per calcolare l’ammontare della cessione al netto delle spese, che non corrisponde però alla somma finale da rimborsare perché non sono comprese tutte le altre spese che invece devono essere ben tenute a mente e che fanno la differenza nel prestito:
- spese di istruttoria per la copertura dei costi di valutazione e gestione della domanda da corrispondere in un’unica soluzione con l’erogazione del prestito
- Taeg, è il dato più importante in quanto corrisponde al costo complessivo del finanziamento, tasso di interesse + tutte le spese di istruttoria, amministrative, accessorie, gestione e valutazione della pratica: in percentuale, quanto restituirò al termine del piano di ammortamento?
- spese accessorie: da 16 euro a 160 euro, non sempre applicate
- spesi di intermediazione: da 100 a 250 euro, non sempre applicate
- bollo: non sempre applicato
- assicurazione: obbligatoria, dunque da inserire, anche se la quota dipende dall’importo erogato, dall’età anagrafica del soggetto e dalla sua condizione personale e lavorativa, valutata in base al rischio di insolvenza
Nella scelta della cessione maggiormente conveniente è dunque importante cominciare a confrontare il Taeg, che corrisponde direttamente al costo finale del finanziamento, ovvero quanto dovrà essere restituito in percentuale, dunque non è che si ha direttamente una cifra in euro, ma un punto percentuale. A seguito, è importante verificare la rata, moltiplicarla per il numero delle quote del piano di ammortamento scelto e fare un calcolo totale inserendo tutte le spese qui sopra da applicare in relazione al contratto della cessione. Non tutti gli Istituti bancari applicano le stesse spese e molti le offrono gratis, come per esempio ‘zero costi di gestione‘, ‘zero spese accessorie‘. In linea generale, con importo rata e piano di rimborso identico, è importante scegliere il prestito con Taeg inferiore, considerando anche che questo si riduce con l’aumentare della durata del prestito mentre se il prestito ha la stessa di durata, il Taeg è inferiore con l’aumentare dell’importo erogato. Osserva anche la tabella qui di seguito riportata:
SPESE DETRATTE DALLA SOMMA EROGATA | PERCENTUALE | IMPORTI |
---|---|---|
SOMMA | TAN e TAEG su base annua | 22.000 euro |
INTERESSE | 5% | 6.380 euro circa |
ASSICURAZIONE quota una tantum | 3% | 680 euro circa |
SPESE ACCESSORIE | 4% | 890 euro circa |
CAPITALE al NETTO | / | 14.050 euro circa |
Un prestito personale, un mutuo e qualsiasi altra tipologia di finanziamento, in applicazione al D.P.R 180/1950 e s.m.i.,è per legge tutelato contro il rischio vita del soggetto richiedente oltre all’impossibilità di pagamento per perdita del lavoro e per questo obbligatorio su mutuo e cessione del quinto. I costi applicati potrebbero sembrare alti e sono variabili in relazione all’importo erogato e alla condizione personale del cliente che al momento della stipula dichiara anche di non avere determinate tipologie di malattie contenuto nel contratto ‘che potrebbero far derivare la morte negli anni del piano di ammortamento’.
Ai sensi della Legge sulla libera concorrenza, l’Istituto bancario ha l’obbligo di proporre almeno 2 preventivi oltre a quello della compagnia con cui è convenzionato, e nel caso in cui al cliente non vadano bene le offerte e ne abbia la possibilità, può anche scegliere se aderire ad altra offerta in autonomia entro 10 giorni dalla sottoscrizione della domanda.
L’Istituto bancario a cui si presenta domanda – avvalendosi di compagnie assicurative alle quali sono associate – sottoscrive a suo carico e a suo beneficio la polizza assicurativa al momento della richiesta della cessione, calcolando i costi partendo da una base per differenziarla in relazione agli importi richiesti, la durata del piano di ammortamento, solidità dell’azienda e età anagrafica. La firma prevede dunque la cessione all’assicurazione dell’onere del pagamento del debito residuo in caso di licenziamento imprevisto o impossibilità di pagamento, per esempio a causa di sopravvenuti eventi come pignoramenti, assegno di mantenimento, altre tipologie di debito privato.
I costi della copertura assicurativa non devono essere pagati immediatamente dal lavoratore ma sono trattenuti dall’Istituto bancario che erogherà l’importo richiesto nel prestito al netto di queste spese. Con la sottoscrizione dell’assicurazione, la compagnia assicuratrice potrà rifarsi sulla quota del Tfr maturato fino a quel momento e fino al 20% della somma totale posseduta dal lavoratore. Per questo motivo, con la stipula della cessione del quinto, il lavoratore si impegna a non fare domanda di anticipo di una parte del Trattamento di fine Rapporto per tutta la durata del piano di ammortamento.
Nel caso di sottoscrizione di assicurazione da parte di un pensionato, il rischio coperto dalla compagnia assicurativa è esclusivo ‘il rischio decesso‘, che solitamente ha un importo non di gran lunga superiore a quello integrale di assicurazione perdita lavoro, in quanto le coperture dipendono di molto dall’età anagrafica del soggetto richiedente.
Il premio assicurativo è calcolato in relazione al rischio di decesso e perdita impiego: maggiori saranno le garanzie e inferiore sarà la quota da corrispondere. Vi sono però differenti modi di corrispondere la cifra, che può essere in una sola soluzione, venendo detratta direttamente dall’importo erogato o al mese, inserita nella rata mensile.
Per fare un esempio concreto e che non corrisponde comunque a tutte le offerte delle compagnie assicurative, consideriamo un prestito con cessione del quinto di 20.000 circa con piano di ammortamento di 84 mesi:
- si richiede un premio assicurativo di 21 euro circa inserito nella quota mensile
- quota una tantum di euro 1.680 pagate con l’erogazione dell’importo che sarà bonificato al netto di queste spese (es: 20.000 – 1.680 euro = 18.320 euro)
- Quota in relazione all’importo: 900 euro una tantum al 4,50 della somma finanziata
Considerate inoltre che la quota assicurativa è prevista nel Taeg, motivo per cui è da considerare su base di punti percentuale (annua).
Sì, e questo anche se il soggetto lavoratore ha un contratto a tempo indeterminato o una pensione. Molto dipende infatti dalla fattibilità della restituzione del debito e la possibilità che si creino le situazioni per cui le rate non vengano rimborsate regolarmente. È il caso in cui:
- sono presenti altri finanziamenti in corso e la rata, in relazione alle analisi del conto corrente entrate e uscite che la banca effettua sul suo cliente – avete presente il documento di sintesi trimestrale sull’andamento di emolumenti e spese? ecco quello – si rilevano entrate inferiori alle uscite calcolando un’altra eventuale rata
- retribuzione troppo bassa in relazione alla cifra richiesta, ma in questo caso è anche possibile che la banca vi faccia una contro proposta con la possibilità di finanziamento di una cifra inferiore a quella richiesta
- pensione bassa e non di anzianità lavorativa, non ammessa nella cessione del quinto, o indennità lavorative anche se cassa integrazione, che non rientrano tra i rapporti di lavoro contemplati tra i requisiti
- nessuna garanzia sul Tfr, ovvero la quota fruibile del 20% è troppo bassa per eventualmente essere rilevata nel caso di mancato pagamento
- età anagrafica troppo elevata per cui il piano di ammortamento andrebbe oltre gli 80 o 85 anni, anche se alcuni Istituti di credito permettono un limite anche di 90 anni
- politiche di rischio restrittive basate su dati statistici e credit scoring atte a ridurre il tasso di insolvenza nei propri clienti
- presenza di altri pignoramenti sulla propria busta paga, come per esempio l’assegno di mantenimento
- altra cessione in corso sul proprio stipendio, non sono infatti ammesse
- affidabilità creditizia che si basa sul passato creditizio del cliente, se per esempio è stato segnalato dal Crif o come cattivo pagatore
- affidabilità dell’azienda, che non si paga sul cliente che richiede la cessione, ma la possibilità della stessa di effettuare i versamenti; se è un’azienda che retribuisce regolarmente i propri dipendenti o se alterna il pagamento alla cassa integrazione o mesi di disoccupazione per poi reintegrarli nel mondo del lavoro.
Tutte queste analisi fanno parte della politica di rischio di ogni Istituto bancario, che diversamente dalla banca in cui si ha il conto corrente deve recuperare tramite la documentazione che lo stesso cliente dovrà fornire. I dati economici del soggetto sono già infatti noti alla banca in cui si ha il c/c.
Sì, con la sottoscrizione della cessione del quinto, se si è un dipendente pubblico che deve aver maturato almeno 36 mesi di anzianità di servizio, il Tfr maturato – e in fase di maturazione durante il piano di rimborso – non può essere utilizzato fino al termine della regolare restituzione del debito. La somma è vincolata, in quanto in caso di impossibilità nel pagamento, l’Istituto bancario e la società assicuratrice può avvalersi del 20% della somma per coprire il debito contratto e non saldato.
Il Tfr non può essere spostato verso altre forme di previdenza complementare o enti previdenziali e ogni altro importo spettante quale emolumento o indennità di cessazione dell’attività lavorativa è vincolato per tutta la durata del piano di ammortamento della cessione del quinto. Non è dunque possibile richiedere anticipazioni della somma del Tfr se non alla scadenza della cessione, così come indicato al comma 6 art. 2120 del c.c. e/o
dall’art. 7 del D.Lgs. 252/2005 in materia di ‘Anticipazione del Tfr‘, se non per la quota
eccedente l’importo residuo del debito o comunque per la quota determinata in
base all’istruttoria specifica del caso tipico.
Si tratta di una rata che comprende due quinti dello stipendio, una doppia cessione del quinto, ma non attenzione, due cessioni. La rata è una tantum. È anche possibile richiedere in seguito l’estinzione di una di queste al termine del regolare pagamento delle rate. Il soggetto lavoratore che può richiedere il doppio quinto è dunque un lavoratore dipendente pubblico o statale che ha accumulato diversi anni di servizio e che percepisce una retribuzione elevata tale da poter detrarre due quote e mantenere un importo ottimale per vivere durante il mese.
Il doppio quinto può anche essere rinnovato, seguente delle particolari operazioni nel calcolo del nuovo piano di ammortamento: è infatti possibile anche dimettersi dal lavoro dimettersi dal lavoro durante il periodo di rimborso e la quota di debito residuo è trattenuta direttamente dal Trattamento di Fine Rapporto che per questo motivo deve essere di importi elevati e comunque in grado di coprire il debito restante.