Cessione del quinto minimo dipendenti

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Esiste un numero minimo di dipendenti di cui un’azienda deve disporre affinché i suoi lavoratori possano richiedere un prestito con cessione del quinto? In questo articolo ci occuperemo di dare risposta a questa articolata domanda. Per prima cosa occorre capire perché il numero dei lavoratori può influire o meno sulla concessione di questo speciale finanziamento. La ragione risiede proprio nelle modalità di restituzione del prestito. La cessione del quinto infatti, come previsto dalla sua normativa, prevede che il datore di lavoro ogni mese trattenga dallo stipendio del debitore una rata di restituzione che viene girata alla finanziaria che ha concesso il prestito.

E’ proprio questa modalità di restituzione a renderlo maggiormente sicuro e di conseguenza più ricercato tra i prodotti finanziari. Si tratta però di un prestito che perde le sue garanzie se l’azienda per cui lavora il dipendente non è considerata affidabile. Nonostante ci siano imprese con pochissimi dipendenti che sono molto solide da generazioni. Purtroppo queste vengono generalmente penalizzate dalle banche e dagli istituti di credito che le valutano meno affidabili di un’azienda più grande. Viene cioè ipotizzato che per queste sia più facile chiudere, rispetto ad un’azienda con più dipendenti. Il fallimento comporterebbe la mancata restituzione mensile da parte del debitore. Anche se occorre ricordare che in questo caso entrerebbe in gioco la polizza assicurativa, come vedremo in seguito.

Esiste un minimo di dipendenti?

La risposta a questa domanda è no, nel senso che la normativa non stabilisce un minimo di dipendenti di cui deve disporre l’azienda del richiedente. Purtroppo però, per il motivo che abbiamo appena visto, molte finanziarie hanno un regolamento interno che limita la concessione di questo prestito a lavoratori di aziende con un determinato numero di lavoratori. Si tratta quindi di una scelta che ogni banca o finanziaria può fare autonomamente in base alle proprie politiche societarie.

Molte finanziarie fissano in 16 il numero minimo di dipendenti di cui deve disporre un’azienda per poter concedere il prestito. Vi sono poi aziende che decidono di elargire la cessione del quinto anche a lavoratori di imprese con 15 o meno lavoratori, richiedendo però in questo caso tassi di restituzione un po’ più alti. Infine vi sono poi finanziarie che decidono di concedere cessioni del quinto persino a lavoratori di aziende con pochissimo personale o a ditte individuali.

Nel caso delle ditte individuali solitamente vengono richiesti almeno due anni di esperienza e dei conti in ordine. Tuttavia sono molto rare le finanziarie che decidono di procedere con una cessione del quinto per dipendenti di aziende che abbiamo da 1 a 4 lavoratori. Rare non significa però che siano introvabili. A volte capita che operatori di finanziarie che hanno optato per un minimo più alto di dipendenti dicano ad un cliente che lavora in un’azienda con pochi impiegati che nessun istituto di credito gli potrebbero concedere un prestito. Diffidate di simili affermazioni, fatte forse a volte anche in buona fede ma nell’ignoranza che vi sono finanziarie che agiscono in modo differente. Spesso questi operatori possono anche aver interesse nel provare a vendere una diversa forma di finanziamento, come il prestito personale.

Il ruolo dell’assicurazione

Una domanda potrebbe sorgere in modo spontaneo. Dato che ogni prestito con cessione del quinto, per legge, deve disporre di una polizza assicurativa che copra il rischio morte e la perdita del lavoro. Perché mi dovrebbe venire rifiutato un prestito o dovrei averlo a condizioni peggiori se pago un’assicurazione che copra questo rischio?

Purtroppo il dubbio è comprensibile, la normativa però stabilisce che l’assicurazione entri in gioco solo in caso di licenziamento ma questo non cancella il debito. In pratica la finanziaria che ha concesso il credito verrebbe rimborsata dall’assicurazione ma questa poi eserciterebbe il diritto di rivalsa sul debitore. Quindi per un debitore l’entrata in scena dell’assicurazione è solo negativa, in quanto comporta solo un aumento dei costi accessori.

In termini pratici, solo a titolo esplicativo, potremmo quindi dire che le finanziarie preferiscono ricevere le rate ogni mese dai debitori. Questo permette anche loro di riscuotere tutti gli interessi e non contemplano la possibilità di un intervento dell’assicurazione come un qualcosa che può abbassare il costo del finanziamento.

Criterio di discrezionalità

A conti fatti quindi chi lavora per una piccola impresa, o per una ditta individuale, è bene che sappia che non esiste un minimo di dipendenti per ricevere la cessione del quinto. Si tratta di un criterio lasciato nelle mani delle banche e degli istituti di credito. Contrariamente a quanto sostenuto da alcune finanziarie, non esiste una legge certa in merito e ogni caso può essere valutato in modo diverso da un istituto rispetto ad un altro.

In questo caso un rapporto diretto con la propria banca potrebbe giocare un ruolo importante. Può capitare infatti che simili prestiti siano concessi, se le politiche aziendali lo consentono, a clienti conosciuti e reputati molto affidabili. In ogni modo è sempre consigliabile richiedere più preventivi.

I preventivi possono essere richiesti anche online e generalmente in questo modo vengono stilati molto rapidamente. Confrontare almeno tre istituti di credito darà un reale quadro della situazione del richiedente.

Tirando le somme

In conclusione quindi non esiste un minimo di dipendenti di cui deve disporre l’azienda a cui appartiene il lavoratore che decide di richiedere un prestito con cessione del quinto. Ci sono però diverse politiche aziendali con cui una banca o un istituto di credito può decidere singolarmente di fissare un tetto minimo.

Il caso più ricorrente è quello di finanziarie che richiedano almeno 16 dipendenti. Con l’assottigliarsi di questo numero diminuiscono anche i possibili creditore ma solitamente restano delle alternative. Non è infatti impossibile trovare una finanziaria che possa concedere una cessione del quinto anche ad un lavoratore di una ditta individuale. Purché ovviamente quest’ultimo soddisfi determinati criteri di affidabilità creditizia. Si tratterà ovviamente in questo caso di un prestito più costoso che dovrà quindi essere attentamente valutato.

In ogni caso è sempre utile chiedere più preventivi per individuare il migliore, valutando anche i costi accessori. Non è consigliabile invece affidarsi alle simulazioni, che solitamente non contengono un reale e vincolante quadro dei costi del finanziamento.

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Davide Bagnoli è un giornalista iscritto all'albo dell'Emilia Romagna. Nella sua carriera si è occupato di tematiche tra loro molto diverse ma ha sempre cercato di farlo con passione e con il sorriso sulle labbra. Quando possibile cerca di trasmettere il suo sorriso anche ai lettori, ama molto scrivere e questo lo ha portato a pubblicare due libri. Ha alle spalle vari anni di esperienza come articolista e redattore di guide nel settore economico.