Cessione del quinto con pensione sociale

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Un pensionato che percepisce la pensione sociale può avere accesso ad un prestito con cessione del quinto? Lo vedremo attentamente in questo articolo. Per poter valutare al meglio questa casistica è però necessario stabilire esattamente cosa caratterizza queste due componenti.

La cessione del quinto è una tipologia di prestito molto diffusa. Questa terminologia fa riferimento ad un prestito erogato solitamente ai lavoratori dipendenti o ai pensionati, la quale prevede una rata di rimborso fissata nella misura di un quinto dello stipendio o dell’assegno pensionistico. Questa tipologia di prestito viene regolata dal DPR 180 del 1950 che sancisce la possibilità che il datore di lavoro trattenga al lavoratore un quinto dello stipendio, direttamente già nella busta paga. Si tratta quindi di un prestito che offre molte comodità.

La pensione sociale è invece un trattamento assistenziale elargito nei confronti di chi è in difficoltà finanziarie e soddisfa alcuni precisi requisiti di reddito prestabiliti. Coloro che percepiscono l’assegno sociale e necessitano di un credito, possono valutare l’ipotesi di avvalersi di un prestito con cessione del quinto. In questo caso però si tratterebbe di un prestito con cessione del quinto della pensione sociale. Vediamo quando è possibile e quali le condizioni necessarie.

Quando viene elargito l’assegno sociale

Tramite l’assegno sociale vengono sostenute le fasce di reddito più deboli, che non hanno altre fonti di sostentamento. Si tratta quindi di un trattamento assistenziale che viene fornito dall’INPS a persone che affrontano una situazione momentanea di difficoltà reddituale. Il rinnovo dell’assegno sociale però deve avvenire di anno in anno, dopo la verifica della sussistenza dei requisiti necessari.

I suddetti requisiti necessari sono i seguenti:

  • avere un’età maggiore di 65 anni e 7 mesi;
  • possesso della cittadinanza italiano, o di permesso di soggiorno o di residenza in Italia da almeno 10 anni;
  • percepire un reddito annuo inferiore a 5.954 euro, se il richiedente non è sposato, o inferiore a 11.908 euro, se invece il richiedente è coniugato.

Coloro che soddisfano tutti questi requisiti sarà ritenuto idoneo per percepire l’assegno mensile necessario per integrare il proprio reddito. L’importo effettivo dell’assegno dipende dal reddito familiare: l’assegno con l’intero importa spetta a chi non è sposato e ha reddito zero. In alternativa spetta a chi è coniugato ma ha un reddito annuo inferiore alla cifra annuale dell’assegno sociale. In tutti gli altri casi in cui il richiedente dispone di un reddito che rientra nelle soglie minime necessarie, potrà percepire un assegno ridotto.

Prestito con cessione del quinto con assegno sociale, è possibile?

Veniamo adesso al nodo della questione, chi percepisce una pensione sociale può richiedere un prestito con cessione del quinto? La risposta purtroppo è negativa, in quanto la legge stabilisce che non è possibile richiedere una cessione del quinto con la pensione sociale. La normativa di riferimento stabilisce infatti che per poter ottenere un prestito con cessione del quinto per pensionati INPS, l’importo residuo della pensione non deve essere al di sotto della soglia di salvaguardia che combacia con l’importo della pensione minima. In pratica la cifra percepita non è sufficiente per richiedere un prestito con cessione del quinto.

L’assegno sociale viene infatti corrisposto nella misura di 458 euro per 13 mensilità. L’importo della pensione minima è invece di 513,01 euro mensili per 13 mensilità. L’importo dell’assegno sociale è quindi inferiore rispetto a quello della pensione minima e per questa ragione non consente di accedere ai prestiti con cessione del quinto. Tuttavia vi sono delle alternative per chi percepisce un assegno sociale e necessità di accedere ad un prestito.

Le possibili alternative alla cessione del quinto

Coloro che percepiscono l’assegno sociale e hanno bisogno di avere accesso ad un prestito, forse per affrontare delle spese improvvise possono avvalersi di alcune alternative. Tra queste troviamo:

  • I prestiti finalizzati, ovvero una forma di concessione del credito pensata proprio per chi ha simili difficoltà. Si tratta di un prestito che serve per affrontare determinate spese improvvise ed importanti, come la ristrutturazione della casa o l’acquisto di mobilio. Solitamente affinché l’importo venga concesso, non basta il solo assegno sociale ma è necessaria la presenza di un garante.
  • Il prestito vitalizio ipotecario, che si basa sul porre un’ipoteca su un bene immobile. Si tratta di un’operazione che consente di accedere a grosse somme di denaro, che possono raggiungere persino il 5% del valore dell’immobile. Tuttavia occorre ricordare che è un prestito che presenta dei grossi rischi, in caso di mancata restituzione. Deve quindi essere ben ponderato;
  • La vendita della nuda proprietà del proprio immobile. In questo caso non parliamo di una forma di prestito ma di una modalità di finanziamento che forse potrebbe essere valutata. Mediante questa tipologia di vendita un pensionato venderebbe il diritto di proprietà dell’immobile ma ne manterrebbe il diritto di usufrutto e di abitazione. Questo comporterebbe che il pensionato in questione cesserebbe di essere proprietario dell’abitazione in cui vive ma potrebbe continuare ad abitarci fino alla sua morte. Una soluzione generalmente molto utile per chi non ha eredi e vuole disporre di un finanziamento mediante il proprio patrimonio immobiliare.

Tirando le somme

Ovviamente nel caso venga posta un’ipoteca, il richiedente deve essere il proprietario dell’immobile. In questo caso non sono necessarie altre garanzie creditizie, diverse dall’immobile. Nel caso, speriamo mai verificato, della prematura morte del richiedente, gli eredi avrebbero 12 mesi di tempo per saldare il debito con l’istituto di credito. Altrimenti la proprietà della casa passerebbe di diritto all’istituto di credito.

In conclusione quindi chi percepisce un assegno sociale non ha la possibilità di accedere ad un prestito con cessione del quinto. Esistono tuttavia delle alternative ma, come avrete potuto intuire, devono essere ben ponderate in quanto presentano dei rischi e delle notevoli conseguenze. Alcuni casi specifici e particolari possono essere discussi con la propria banca ma generalmente le forme di finanziamento possibili sono quelle che abbiamo passato in rassegna.

Queste conseguenze non riguardano e interessano soltanto il richiedente ma anche gli eredi. Ragion per cui devono essere ponderate con molta calma, valutando attentamente anche i tassi applicati e possibilmente coinvolgendo anche gli eredi nella decisione. Il discorso è invece diverso per il prestito finalizzato, in quanto non presenta particolari rischi e permette, in presenza di un garante, di accedere ad una normale tipologia di prestito.

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Davide Bagnoli è un giornalista iscritto all'albo dell'Emilia Romagna. Nella sua carriera si è occupato di tematiche tra loro molto diverse ma ha sempre cercato di farlo con passione e con il sorriso sulle labbra. Quando possibile cerca di trasmettere il suo sorriso anche ai lettori, ama molto scrivere e questo lo ha portato a pubblicare due libri. Ha alle spalle vari anni di esperienza come articolista e redattore di guide nel settore economico.