Indice dei contenuti
- Cessione del quinto per piccole aziende
- Valutazione dell'azienda
- Una precisazione necessaria
- Il nodo della polizza assicurativa
- Tirando le somme
La cessione del quinto è una tipologia di prestito ampiamente praticata. Questa terminologia fa riferimento ad un prestito erogato solitamente ai lavoratori dipendenti o ai pensionati, la quale prevede una rata di rimborso fissata nella misura di un quinto dello stipendio o dell’assegno pensionistico. Questa tipologia di prestito viene regolata dal DPR 180 del 1950 che sancisce la possibilità che il datore di lavoro trattenga al lavoratore un quinto dello stipendio, direttamente già nella busta paga. Si tratta quindi di un prestito che offre molte comodità.
Tuttavia come in ogni tipologia di prestito fa differenza il tipo di contratto di lavoro di cui dispone il lavoratore e anche l’azienda per cui lavoro. Nel caso di piccole aziende, con meno di 15 dipendenti purtroppo infatti i canoni per la concessione del credito sono più complessi. Questo perché solitamente le piccole aziende, spesso di tipo artigianale, sono considerate dal sistema creditizio meno affidabili dei grandi gruppi. In ogni modo è comunque sempre possibile richiedere il prestito con cessione del quinto anche per i lavoratori di piccole aziende. Vediamo con quali condizioni.
Cessione del quinto per piccole aziende
Sul fatto che le piccole aziende siano meno solide di gruppi più grandi molto ci sarebbe da dire. Purtroppo però al momento la normativa stabilisce questo canone di confronto, vediamo allora come si può muovere il richiedente se lavora in un’azienda con meno di 15 dipendenti.
Questa tipologia di prestito è comunque accessibile anche per i dipendenti di piccole aziende. La restituzione e l’erogazione avverranno ovviamente con le stesse modalità previste per i lavoratori di gruppi con più dipendenti. Sarà necessario per il lavoratore disporre di un contratto a tempo indeterminato o determinato con durata di almeno tre anni. Ciò che però può risultare penalizzante rispetto ai lavoratori di gruppi più grandi sarà il tasso di interesse ottenuto.
Valutazione dell’azienda
La scelta per la concessione del prestito spetta ovviamente all’istituto di credito. Quest’ultimo valuterà accuratamente la solvibilità del cliente e la solidità dell’azienda. Questa fase di valutazione determinerà la concessione o la negazione del prestito con cessione del quinto. Questo permetterà infatti o meno al cliente di ottenere il credito. Alla base della concessione troviamo quindi la solidità dell’azienda. Un parametro purtroppo quindi indipendente dalla credibilità finanziaria del singolo lavoratore.
Il prestito con cessione del quinto per un lavoratore di un’azienda con meno di 15 dipendenti è quindi dipendente nell’erogazione e nel tasso d’interesse dalla solidità dell’azienda. Resta comunque il diritto del lavoratore di richiedere questa forma di finanziamento, senza che l’azienda possa opporsi e senza doverne specificare il motivo alla base della richiesta. A stabilirlo è una legge del 1950, poi in seguito integrata dalla Legge Finanziaria del 2005.
Una precisazione necessaria
Dato che alla base della concessione del prestito vi è la solidità dell’azienda è opportuno precisare un aspetto. Quando in passato venne varato il cosiddetto Jobs Act, venne avanzata l’ipotesi che questo escludesse i lavoratori di aziende con meno di 15 dipendenti dalla concessione di un prestito con cessione del quinto. Questa limitazione è però venuta definitivamente meno con l’approvazione della successiva riforma del lavoro.
Il prestito con cessione del quinto è quindi a disposizione anche dei lavoratori di piccole aziende, almeno a livello teorico subordinato alla solidità. Per poter stabilire quali sono le offerte più convenienti al momento per un prestito con cessione del quinto è importante valutare attentamente i tassi d’interesse medi che la Banca d’Italia pubblica ogni tre mesi. Questo dato fornisce un parametro importantissimo per confrontare le varie proposte rivolte ai dipendenti di piccole aziende.
Stabilito quindi e assodato che ogni lavoratore ha diritto a richiedere questa tipologia di prestito, vediamo un aspetto importante per la scelta dell’istituto erogatore. Nel tasso d’interesse che viene applicato al prestito si trova infatti la chiave della sua possibile convenienza. Un tasso troppo alto potrebbe risultare difficile da risarcire e particolarmente sconveniente. Questo tasso potrebbe essere dovuto alla non affermata solidità dell’azienda. Questo risulterebbe spiacevole per il cliente anche con questa particolare modalità di restituzione. Va detto però che comunque solitamente il prestito con cessione del quinto dispone di un tasso più favorevole, rispetto ad altri prestiti. Il motivo di questo fattore risiede proprio nella restituzione considerata più sicura e comoda.
Il nodo della polizza assicurativa
La sottoscrizione di un prestito con cessione del quinto è per legge sempre sottoposta alla stipula di una polizza assicurativa. Questo è un passaggio obbligatorio, in quanto fornisce all’Istituto creditore le garanzie necessarie per l’erogazione del credito. Questa polizza deve prevedere e coprire anche la possibilità che il lavoratore perda la sua occupazione.
Per questa ragione le polizze assicurative riservate a dipendenti di piccole aziende con meno di 15 dipendenti sono più sfavorevoli. Esiste infatti un parametro denominato coefficiente assicurativo, che è espresso in una scala da 1 a 6. Le aziende più grandi, e quindi considerate più solide permettono ai lavoratori di ottenere un coefficiente migliore a quelle piccole. Un aspetto su cui purtroppo non è possibile intervenire in nessun modo.
Tirando le somme
In conclusione quindi il prestito con cessione del quinto potrà essere richiesto anche da lavoratori di aziende con meno di 15 dipendenti. Tuttavia il lavoratore dovrà valutare attentamente i tassi applicati e il costo della copertura assicurativa per stabilire la convenienza o meno di questo prestito.
Molto spesso il coefficiente assicurativo determina anche l’importo massimo erogabile. Questo è quindi un aspetto fondamentale, insieme alla necessità di disporre di un contratto di lavoro a tempo indeterminato, o determinato a lunga scadenza solo in alcuni particolari casi. Molto importante anche che il cliente richiedente abbia la residenza in Italia e che l’azienda per cui lavora venga considerata affidabile. Il richiedente valuterà quindi attentamente tutti questi aspetti prima di sottoscrivere o meno un prestito con cessione del quinto.
Il lavoratore di una piccola azienda con meno di 15 dipendenti può richiedere questo prestito anche nel caso appartenga alle categoria dei “cattivi pagatori“. Ovviamente in questo caso i tassi applicati saranno ulteriormente svantaggiosi. Infine è importante anche il dato di TFR accumulato dal lavoratore. Questo è un fattore importantissimo in quanto è tra gli aspetti che consente di determinare la cifra richiedibile dal cliente.